CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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MARTEDÌ 21 APRILE: GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE PER POR FINE ALLA STRAGE NEL MEDITERRANEO

Assieme a decine di associazioni, organizzazioni ed Ong, la Cgil promuove per il pomeriggio di oggi un presidio a Roma davanti a Montecitorio ed iniziative in tutto il paese a fronte dell’immane tragedia che portato alla morte un’intera nave di migranti nel canale di Sicilia e delle tante tragedie che ogni giorno restituiscono alle nostre cronache i lutti dei viaggi dei disperati verso paesi dove sfuggire la desolazione della fame e l’orrore delle guerre.

Manifestazioni e testimonianze di solidarietà anche in Veneto, a partire da Padova dove già nella serata di ieri piazza delle Erbe si è riempita (più di 700 candele accese e migliaia di persone venute a portare il proprio sostegno) in una veglia durata fino a notte. Oggi si tornerà a manifestare con un presidio davanti alla Prefettura, mentre il primo maggio organizzato da Cgil Cisl Uil in piazza dei Signori sarà completamente dedicato al tema dell’immigrazione. Partecipano il Vescovo di Padova e rappresentanti degli Enti Locali.

A Belluno la Camera del Lavoro è listata a lutto, mentre quella di Venezia ha diffuso un testo in cui chiede “un cambiamento delle scelte politiche e delle leggi finora messe in campo in tutta l’UE”. Occorre, dice “un disegno europeo per i sistemi di accoglienza, per la creazione di corridoi umanitari per i rifugiati e per politiche degli stati membri che siano in grado di affrontare alla radice il problema con interventi di solidarietà e di pace”.

Incontri sono intanto in corso in varie città venete per decidere iniziative per oggi e nei prossimi giorni.

Questo l’appello alla base della giornata di mobilitazione.

“In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate. Stragi che hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell’UE (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte.

Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi, come dimostra quest’ultima tragedia in cui i morti potrebbero addirittura essere 900, avvenuta a poche ore da quella che ha portato a morire altre 400 persone. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare.

Non c’è più tempo da perdere. Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte.

Il governo italiano, in attesa che sia la UE a farsene carico, riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo. Chieda contemporaneamente all’UE di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo. Si sospenda il regolamento di Dublino e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare, sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi.

Questi morti non consentono a nessuno di perdere tempo e continuare a pronunciare parole vuote. Sono persone in carne e ossa. E invece sembrano fantasmi”.

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