Quaranta lavoratori non possono essere ostaggio di una lite tra aziende. Anche il Ministero per lo Sviluppo ha preso in mano la vicenda della Zeolite, pronta a far saltare 40 posti di lavoro (oggi gli operai sono in cassa integrazione) pur di non arretrare di un passo in una diatriba con Reckitt Benckiser, presente nella stessa area (ex Mira Lanza), legata alla fruizione ed al pagamento di alcuni servizi (fornitura di energia, trattamento delle acque, ecc).Tra le due aziende si è ormai alle vie legali, con Benckiser che reclama il pagamento dei servizi da parte della Zeolite ed impedisce l’accesso in fabbrica ai mezzi che trasportano le materie prime alla vicina e quest’ultima che contesta il costo dei servizi ma intanto ha dovuto bloccare la produzione.
Come spiega una nota sindacale, “il funzionario del Ministero ha tentato, attraverso incontri separati, di capire quelle che potevano essere le soluzioni per fare avvicinare le due aziende. La difficoltà continua ad apparire pesante perché Reckitt Benckiser e Zeolite Mira restano sulle loro posizioni”.
Il Ministero ha insistito nel chiedere uno sforzo da parte di entrambe per salvare una realtà produttiva dove operano 40 dipendenti, la cui occupazione non può essere considerata un elemento di secondaria importanza rispetto alle liti condominiali. Come hanno sottolineato le organizzazioni sindacali, presenti all’incontro assieme al Sindaco, “le aziende devono assumere una posizione seria e responsabile e se questo non succederà ci sarebbe una grave responsabilità per la perdita di 40 posti di lavoro”.
Il Ministero si è riservato di formulare una proposta in tempi strettissimi. Nel frattempo ci dovrà essere immediatamente da parte di Zeolite un investimento per rendersi autonoma sul piano energetico e dimostrare seriamente la volontà di fare altrettanto circa il trattamento delle acque.