Marta Viotto, Segretaria generale della Flc Cgil Veneto replica all’accusa dell’Assessora Donnazzan: “Nella nostra regione solo 3 istituti superiori hanno aderito al liceo Made in Italy e 8 alla filiera tecnico professionale (con riduzione del corso di studi da 5 a 4 anni), non certo per colpa della cosiddetta ostilità della Cgil o dei tempi stretti, come ha dichiarato sulla stampa l’Assessora Donazzan. Come Flc Cgil abbiamo ascoltato le valutazioni dei nostri iscritti all’interno delle scuole, valutazioni che sono state condivise nei vari collegi dei docenti e che andavano tutte nella direzione della critica a questa riforma secondaria inutile e confusa. Una riforma che aveva come finalità quella di ridurre il percorso educativo e formativo per rispondere alle esigenze del mercato. Per questo come Flc Cgil siamo soddisfatti del “No” che il mondo della scuola ha risposto a questa proposta. Consideriamo il Made in Italy un patrimonio importante da tutelare, senza per questo togliere anni d’istruzione agli studenti per farli lavorare in anticipo nelle aziende del territorio: piuttosto si investa nella semplificazione amministrativa, nelle agevolazioni alle imprese e in percorsi di formazione continua all’interno delle aziende per il personale. Per quanto riguarda i tempi stretti, a cui la Donazzan attribuisce parte del fallimento, ricordiamo che questi non sono stati decisi né dal sindacato né dai collegi docenti ma sono frutto di un percorso istituzionale frettoloso imposto dal Ministero e adottato dalla Regione Veneto.
Viotto (Flc Cgil Veneto): “Donazzan prenda atto che la sperimentazione tecnico professionale e il Liceo Made in Italy sono stati un flop, non a causa della Cgil ma perché le scuole li hanno considerati progetti inutili e confusi, in Veneto come in tutta Italia”
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