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Vanto FP Cgil Veneto: “Organico ridotto di circa il 50% nelle Commissioni territoriali delle prefetture del Veneto, mentre aumentano le richieste di protezione internazionale che devono essere valutate dalle Commissioni stesse”

Nei giorni scorsi la Funzione Pubblica CGIL del Veneto ha incontrato in assemblea le lavoratrici e i lavoratori delle Commissioni Territoriali (insediate presso le Prefetture di Padova, Verona, Vicenza e Treviso) per il riconoscimento della protezione internazionale, per valutare la grave situazione che coinvolge il settore e che ha portato ad una vertenza nazionale.

“Tali rivendicazioni riguardano le condizioni di lavoro e la valorizzazione professionale e mirano a salvaguardare l’autonomia e la professionalità di chi lavora nelle Commissioni – spiega Franca Vanto, Segreteria regionale FP Cgil Veneto – garantendo la qualità finale dei provvedimenti emessi dalle Commissioni stesse, decisioni che incidono direttamente sulla vita di migliaia di persone in fuga dal loro Paese di origine”.

In primo luogo, i lavoratori e lavoratrici lamentano enormi carenze di personale, con un organico che negli anni si è ridotto di quasi il 50% (stiamo parlando infatti di circa 250 Funzionari su tutto il territorio nazionale, circa una ventina nella nostra Regione, rispetto agli oltre 400 iniziali), a fronte di un significativo aumento, negli ultimi mesi, delle domande di protezione internazionale. 

“Va poi ricordato che i funzionari assegnati alla Commissione Nazionale e Territoriali sono stati assunti tramite un apposito concorso, finalizzato a verificare la preparazione nelle materie inerenti la protezione internazionale – continua Franca Vanto – Un requisito che noi riteniamo fondamentale, vista la complessità e la delicatezza delle decisioni che questi professionisti sono chiamati ad assumere quotidianamente. Ebbene, a fronte di una grave carenza di personale, ammessa dallo stesso Ministero dell’Interno, non solo non sono stati avviati nuovi concorsi per l’assunzione di Funzionari altamente specializzati, ma si sta provvedendo ad assumere personale risultato idoneo in graduatorie relative a tutt’altri settori della Pubblica Amministrazione, che nulla hanno a che vedere con la protezione internazionale. Il risultato rischia di danneggiare tutti: sia chi lavora nelle Commissioni Territoriali sia le stesse Prefetture, per non parlare degli utenti finali le cui richieste devono essere valutate”.

A questo si aggiungono le pressioni da parte del Ministero finalizzate all’aumento del numero di audizioni e decisioni settimanali, a organico invariato e senza supporti amministrativi e informatici.

Queste continue richieste di riduzione dei tempi non sono compatibili con la delicatezza e la complessità degli argomenti trattati (che richiedono formazione continua sui trattati interazionali), e mettono i lavoratori al limite del burnout.

“Su questi e altri temi la Funzione Pubblica CGIL del Veneto, a supporto della vertenza nazionale dei lavoratori, ha chiesto un incontro ai Presidenti delle Commissioni Territoriali presenti nella nostra Regione – conclude Franca Vanto – ben consapevole che le scelte organizzative e di implementazione di personale derivano dall’Amministrazione Centrale, ma altrettanto convinta che sia necessario un confronto sulle modalità applicative delle diverse direttive nazionali, che devono essere calate in contesti territoriali sempre diversi e specifici e che queste richiedono attenzione, buon senso e che devono essere svolte nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, sia che essi si tratti di richiedenti asilo o degli stessi professionisti del settore”.

Le Commissioni territoriali – Le Commissioni Territoriali, insediate nella nostra Regione presso le Prefetture di Padova, Verona, Vicenza e Treviso, sono l’autorità competente per l’esame delle domande di protezione internazionale all’interno del Ministero dell’Interno. Si tratta dunque di un organismo chiamato ad ascoltare e valutare le vicende delle persone in cerca di asilo e stabilire se vi sono i requisiti per l’accoglimento o meno della loro domanda di protezione internazionale. Insomma, un segmento fondamentale ed estremamente delicato nella “filiera” del sistema asilo nel nostro Paese, che ha un impatto anche sul nostro sistema di accoglienza.

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