La Cgil ha presentato il 27 marzo, con un’iniziativa nella propria sede nazionale, la Piattaforma integrata per lo sviluppo sostenibile. “La fase storica attuale – dice – è indubbiamente attraversata da due profonde transizioni: quella ambientale e quella tecnologica. Entrambe incideranno profondamente sui modelli di vita, sull’economia e, inevitabilmente, sul lavoro”. Di qui la decisione di lanciare una “vertenza multilivello” basata sulle tre direttrici aria, acqua e terra, e su temi legati all’ambiente urbano, come mobilità, gestione dei rifiuti e modelli edilizi.
Come spiega in un articolo su Rassegna Sindacale, Riccardo Sanna, capo area Politiche di sviluppo della Cgil nazionale, “la green economy in Italia è una realtà consistente, in cui si possono ascrivere il 42% delle imprese. Tuttavia, la sola spinta spontanea del mercato non basta a indirizzare investimenti, innovazione e sviluppo verso la creazione di lavoro e la sostenibilità. Per questo la Cgil ha costruito in un percorso di condivisione avviato un anno fa con le proprie categorie e le strutture territoriali una Piattaforma integrata per lo sviluppo sostenibile.
L’idea non è di lanciare una nuova vertenza “parallela” alle altre più tradizionali, bensì di integrare la piattaforma nelle altre vertenze, in una prospettiva multilivello, che ponga i temi dell’ambiente, del territorio, del clima negli schemi di conflitto o concertazione quotidiani dell’azione sindacale, dai confronti con governo e istituzioni, ai tavoli per i rinnovi dei ccnl, piuttosto che degli accordi aziendali, nei contratti di filiera, di sito, di distretto e di bacino. Certo, l’epicentro della discussione resta il territorio e l’azione confederale, in cui esercitare una rappresentanza più estesa e una contrattazione territoriale per lo sviluppo, dinnanzi a Regioni e Comuni, all’insegna dei beni comuni e dell’innovazione diffusa. Esattamente nello spirito del Piano del lavoro”.