Nella nostra Regione, nei primi 8 mesi del 2022, 65 incidenti mortali e 57.857 infortuni.
Per sabato 22 ottobre 2022, a partire dalle ore 10 in piazza Santi Apostoli a Roma, Cgil Cisl e Uil hanno organizzato la manifestazione “Salute e Sicurezza sul lavoro”.
A livello nazionale, i numeri di quest’anno, ancora lontano dal concludersi, sono terribili: 600 morti, 400.000 infortuni, il 77% di irregolarità aziendali.
Non vanno certo meglio le cose in Veneto, dove tra gennaio e agosto – dati Inail – gli infortuni mortali, compresi quelli in itinere, sono stati 65, con un incremento del 3% rispetto al 2021. Gli infortuni 57.857 (l’anno scorso, nello stesso periodo, erano 43.811).
E manca tutto il mese di settembre, nel corso del quale gli incidenti letali sono ulteriormente aumentati.
«Proprio a settembre – dichiarano Silvana Fanelli, Luca Mori e Carlo Biasin di Cgil, Cisl e Uil del Veneto – ha perso la vita Giuliano De Seta, mentre stava maturando crediti formativi in un’azienda di Noventa di Piave. Abbiamo considerato quella tragedia un punto di non ritorno e abbiamo ulteriormente implementato la nostra mobilitazione, proclamando uno sciopero di tutte le categorie nella giornata del suo funerale. Non possiamo accettare che si continui a morire sul lavoro e che gli infortuni letali colpiscano addirittura gli studenti che, in qualunque forma, frequentano le nostre imprese.
Su un tema così decisivo, da cui dipende lo stesso livello di civiltà del nostro Paese, ci battiamo da tempo e abbiamo ottenuto il rinnovo del protocollo per la sicurezza con la Regione Veneto, che va applicato con rigore.
Ma non basta, esiste – ancor prima del rispetto delle leggi e dello stanziamento delle risorse necessarie per rinforzare gli organismi ispettivi – una questione culturale che deve portare tutti (sindacati, parti datoriali, Istituzioni) a rifiutare radicalmente che si possa morire per guadagnarsi da vivere.
Dobbiamo perseguire una politica di prevenzione, che intervenga prima che l’infortunio si verifichi, eliminando le situazioni di pericolo e applicando tutta la tecnologia disponibile che può farci fare passi in avanti per eleminare questa vera e propria piaga del nostro sistema produttivo. Per questa ragione, non solo abbiamo condiviso la scelta della manifestazione nazionale, ma l’abbiamo sollecitata e contribuito ad organizzarla.
Durante la settimana si sono svolte manifestazioni, presidi e incontri con i prefetti delle province venete.
Sabato, 300 lavoratrici, lavoratori, Rls e Rlst veneti saranno a Roma per chiedere al Governo che si sta formando di mettere tra le priorità irrinunciabili del proprio programma la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro».