CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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POPOLARE VICENZA E VENETO BANCA: NON SI PERDA TEMPO!

La Segretaria Generale della Fisac Cgil del Veneto, Chiara Canton, interviene sulla vicenda di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca invitando ad un intervento tempestivo. Il governo italiano – dice – sia risoluto nel chiedere agli organismi europei di individuare e attuare, quanto prima, gli strumenti necessari a rilanciare i due istituti. Si sappia anche che a pagare non devono essere i lavoratori.

Questa la sua dichiarazione:
“Alcuni articoli apparsi sulla stampa in questi giorni, che indicherebbero la procedura di risoluzione quale destino inevitabile delle due banche popolari venete, sono un chiaro esempio di cattiva informazione, che genera ulteriore allarme sociale sulla base di presupposti non veritieri. Quello che è vero, invece, è che il fattore “tempo” è assolutamente determinante per una soluzione efficace delle difficoltà in cui versano i due istituti.
Come per il caso Mps, si sarebbe dovuto intervenire ben prima e non si può sottacere che vi siano evidenti responsabilità politiche di questo ritardo. Ritardo al quale si aggiunge la mancanza di una visione strategica d’insieme delle difficoltà che il sistema bancario italiano sta attraversando (seppur con evidenti differenze ed eccezioni).
Ora non è più tempo di tergiversare.

Il governo italiano sia fermo e risoluto nel chiedere agli organismi europei di individuare e attuare – quanto prima – gli strumenti necessari a rilanciare i due istituti: la nostra regione, i cittadini e le imprese, stanno già pagando a caro prezzo gli errori e l’irresponsabilità delle gestioni passate.
Insieme a loro, non lo si dimentichi mai, ci sono i lavoratori e le lavoratrici di Bpopvi e Veneto Banca vittime a loro volta di banchieri e manager lautamente retribuiti che ora giocano al rimpallo reciproco delle responsabilità.

Si faccia presto dunque, ma ribadiamo che la Fisac Cgil, insieme alle altre sigle sindacali del settore, non permetterà che si scarichi la responsabilità di quanto avvenuto sui dipendenti attraverso tagli drastici e drammatici dei livelli occupazionali, che non farebbero che aggravare una crisi sociale già in atto nel nostro territorio.
Infine rinnoviamo la richiesta di affrontare la questione del credito, centrale per il futuro del Paese, con il contributo di tutte le parti sociali coinvolte: per un vero rilancio dell’economia italiana è necessaria una soluzione organica e di prospettiva, e un più efficace raccordo con le istituzioni europee”.

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