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PENSIONI: 17 DICEMBRE ATTIVI UNITARI PER LANCIARE LA PIATTAFORMA

Con 3 attivi unitari (a Torino, Firenze e Bari) il 17 dicembre Cgil, Cisl e Uil apriranno una vertenza con il Governo sulle pensioni, guardando ai giovani, alle lavoratrici e ai lavoratori soprattutto se impegnati in attività gravose, e agli stessi pensionati. Sulla necessità di affrontare seriamente tutta la materia relativa alla previdenza riportiamo un intervento di Vera Lamonica, segretaria nazionale Cgil.

“La tenuta finanziaria del nostro sistema previdenziale – dice – non è a rischio; di certo lo è l’entità delle prestazioni per ampie fasce della popolazione: basta ad allarmi e a “riforme” per fare cassa. Occorre modificare radicalmente la normativa vigente per restituire equità e solidarietà al sistema. La mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil continua e il 17 dicembre terremo grandi attivi interregionali per aprire una vera e propria vertenza con il Governo”.

Riferendosi al rapporto Ocse “Pensions at a glance 2015”, Vera Lamonica sostiene che “non c’è un rischio di tenuta finanziaria per il sistema previdenziale italiano se è vero che, come dice la stessa OCSE, le riforme realizzate negli ultimi anni hanno portato l’età pensionabile al livello più alto in Europa, e che la spesa pensionistica è calcolata comprendendo tutta la parte assistenziale, in altri Paesi non caricata sulla previdenza. Peraltro nel nostro Paese – sottolinea – per effetto dell’aggancio automatico al meccanismo dell’attesa di vita – dato medio che non tiene conto della differente longevità dovuta a condizioni sociali e attività lavorative diverse – l’età di pensionamento nel giro di pochi calendari sarà portata ben oltre i 67 anni. Per molti trattamenti di importo basso si supereranno i 70”.

Per Lamonica “il vero problema è l’inadeguatezza delle prestazioni: disoccupazione, precarietà, lavoro povero e buchi contributivi, anche per le attività di cura delle donne, mettono seriamente a rischio il futuro pensionistico di fasce amplissime della popolazione italiana. E se questo è il vero problema – prosegue la dirigente sindacale – allora occorre invertire la logica che ha guidato le riforme di questi anni: basta allarmi sulla tenuta finanziaria del sistema che sollecitano politiche di prelievo per fare cassa, come è stato abbondantemente fatto in Italia”.

“Ora – sostiene la segretaria confederale – si tratta di attuare una riforma radicale della normativa vigente che dia risposte concrete sul necessario tasso di solidarietà da restituire al sistema, a partire dal sostegno ai periodi di assenza contributiva, di intermittenza nel lavoro, di riconoscimento del lavoro di cura. Bisogna attuare una politica del lavoro tesa ad aumentare l’occupazione, soprattutto giovanile, perché in un sistema a ripartizione questa è l’unica politica che, anche nel lungo periodo, può rafforzare la tenuta del sistema previdenziale. Anche per questo – continua – è necessario abbassare al più presto l’età di accesso, con una vera flessibilità che differenzi tra i lavori e non ne scarichi i costi sui lavoratori.”

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