Comunicato Stampa CGIL UIL Veneto – I Presidi in Veneto
Cgil e Uil, con le rispettive categorie degli edili e dei metalmeccanici Fillea Cgil, Feneal Uil, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno dichiarato due ore di sciopero per dire basta alle morti sul lavoro, dopo il tragico crollo avvenuto a Firenze. Sono previsti presidi davanti alla Prefetture di tutte le province.
Il Veneto è la seconda regione d’Italia per infortuni sul lavoro: ben 69.643 denunciati nel 2023 con 101 incidenti mortali.
“Le morti sul lavoro a Firenze, come quelle in Veneto e nelle altre regioni d’Italia, sono morti inaccettabili: la salute e la sicurezza dei lavoratori non possono essere considerate un costo da eliminare ma un dovere imprescindibile – interviene Tiziana Basso, Segretaria generale Cgil Veneto – un dovere e una responsabilità di cui deve farsi carico chi vince un appalto, vigilando su tutta la filiera. Non è possibile, infatti, che il subappalto deresponsabilizzi i datori di lavoro scaricando tutti i rischi sui lavoratori. La piattaforma messa a punto dai sindacati confederali proponeva una patente a punti che fissava degli standard qualitativi per le aziende. Standard indispensabili per garantire, ad esempio, la sicurezza nei cantieri. Questo, unitamente ad un potenziamento dei servizi dell’ispettorato del lavoro e della medicina del lavoro, sono l’unica strada da seguire per evitare i morti sul lavoro”.
“Le regole sono importanti – aggiunge il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo – e non devono essere vissute come un peso, come un adempimento imposto: il nostro obiettivo è costruire, giorno dopo giorno, una cultura della sicurezza. Questi concetti devono diventare parte integrante del bagaglio delle aziende, dei lavoratori, degli RLS e degli RLST. Alle manifestazioni e ai presidi che si svolgeranno oggi in tutte le province del Veneto, in concomitanza con lo sciopero proclamato dalle categorie degli edili e dei metalmeccanici, ci auguriamo partecipino in massa le persone, la società civile. Occorre una presa di coscienza collettiva su questo dramma: non possiamo rassegnarci all’ineluttabilità e al quasi quotidiano aggiornamento di questo triste elenco. ci vuole uno sforzo straordinario, in cui tutti – istituzioni, parti datoriali e sociali – alzino ulteriormente il livello di intervento”.