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Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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MIGLIAIA DI PRECARI DA MESI SENZA STIPENDIO 

È una vergogna che si ripete oramai da anni. I precari più colpiti sono i cosiddetti supplenti brevi e saltuari o quelli che hanno un contratto cosiddetto “Covid” che rispondono all’emergenza che la scuola sta vivendo.
Sono migliaia in tutta Italia, alcune centinaia nelle nostre provincie che ogni anno coprono, dalle graduatorie d’Istituto o dalle “messe a disposizione”, assenze brevi di pochi giorni ma anche di alcuni mesi come nel caso della maternità.  

Per ovviare ai cronici ritardi e disciplinare meglio le procedure atte a garantire tempestività nei pagamenti mensili degli stipendi dei supplenti docenti e ATA, sono intervenuti nel tempo un decreto-legge, un DPCM e una Circolare Ministeriale. 

La nuova procedura prevede che i Dirigenti Scolastici, inseriscano al SIDI i dati, stipulino i contratti coi supplenti, provvedendo alla trasmissione degli stessi a NoiPa entro 3gg. 

Sulla base dei contratti inseriti, NoiPa effettua il calcolo delle competenze e restituisce alle scuole le risorse necessarie. Questa complicata procedura, che in larga parte grava sui Dirigenti Scolastici e sulle segreterie, è passibile anche di sanzioni nel caso di errori che comportino ritardi ingiustificati nell’erogazione delle spettanze. 

La liquidazione di queste ultime va prevista entro e non oltre l’ultimo giorno del mese successivo al mese di riferimento.  

Tutto dovrebbe svolgersi in “cooperazione applicativa” in una filiera burocratizzata al massimo!! 

Ultimamente, per far fronte ai ritardi hanno messo in cantiere, oltre alle emissioni ordinarie, anche emissioni speciali al 18 di ogni mese. Eppure, nonostante queste innovazioni e la centralizzazione delle risorse destinate ai supplenti brevi e saltuari, qualcosa puntualmente ogni anno si inceppa in quel groviglio burocratico di risorse, autorizzazioni e controlli. 

È comunque scandalosa e insopportabile la lungaggine con la quale al Ministero si affrontano questi ritardi che per i precari significano gravi disagi, privi come sono di ogni sostentamento in alcuni casi per mesi se non, addirittura, dall’inizio del nuovo anno scolastico. 

Non sono bastati i solleciti e nemmeno le diffide per ottenere il diritto alla retribuzione dopo aver svolto il proprio lavoro. Ancora una volta, di fronte all’inerzia colpevole dell’Amministrazione, sarà inevitabile il ricorso alla Magistratura del lavoro per ottenere i decreti ingiuntivi di pagamento.  

Alla politica il compito di sanare al più presto queste ricorrenti anomalie di sistema che si scaricano con gravi conseguenze, ancora una volta, sulla parte più debole del mondo del lavoro: il precariato.  

La nostra organizzazione sindacale sarà portavoce di questa protesta nei confronti di ogni livello dell’Amministrazione, centrale e periferica, avviando ogni strumento utile di tutela fino la richiesta di decreti ingiuntivi di pagamento, ora più che mai, inevitabili e necessari. 

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