Non È SCUOLA, Non è LAVORO

Non È SCUOLA, Non è LAVORO

Oggi, mobilitazioni in tutta Italia e in tutte le province venete per Lorenzo Parelli, giovane studente travolto da una putrella in acciaio nell’ ultimo giorno del suo stage in fabbrica in provincia di Udine.

In Veneto, le realtà studentesche e le associazioni del territorio, con il sostegno anche della Cgil del Veneto, hanno promosso in ogni provincia presidi e sit in per ricordare Lorenzo e per denunciare la mancanza di tutele e sicurezza nel mondo del lavoro e dell’istruzione.

Questa mattina tanti di noi – dichiara Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto – hanno raggiunto Udine e si sono uniti alla manifestazione organizzata dagli studenti e dalle associazioni della città per ricordare Lorenzo e tutte le vittime delle contraddizioni del mondo del lavoro e della scuola, per denunciare la sistematica assenza di tutele che ci vede ancora in troppi a perdere la vita ingiustamente. Questa ennesima morte sul lavoro, aggravata dal fatto che Lorenzo stava svolgendo un’attività finalizzata al suo percorso di studi, ha scosso tutta la comunità studentesca in maniera evidente: come studenti veneti dovevamo incanalare quella tristezza, rabbia e frustrazione per esprimere vicinanza e denunciare la condizione in cui riversa il nostro Paese in materia di aziendalizzazione della scuola e sicurezza sul lavoro. La morte di un nostro coetaneo non ci può lasciare indifferenti, dobbiamo collettivamente, studenti e lavoratori, ricostruire un’idea diversa di scuola, lavoro e società perché qui non si tratta solo di scuola, non si tratta solo di lavoro, ma di un sistema marcio che lucra sulle fasce più deboli ed è disposto a sacrificare tutto, anche la vita di uno studente di 18 anni.”

A Udine, in tutta Italia, e anche sul territorio Veneto, studenti e lavoratori – dichiara Christian Ferrari, segretario generale Cgil Veneto – hanno messo in campo non solo una protesta, ma anche una proposta di cambiamento del nostro modello di sviluppo. I dati che indicano il numero dei lavoratori poveri, dei precari, dei Neet (ragazze e ragazzi che né studiano, né lavorano) vengono pubblicati ormai ogni giorno. E ogni ricerca conferma che le più colpiti dalla crisi sociale sono le giovani generazioni e le donne. Stessa situazione drammatica, anzi perfino peggiore, sulla sicurezza del lavoro, con morti e incidenti gravi e gravissimi che si ripetono ogni giorno. Ma non è solo sul piano del lavoro che ci sono problemi enormi, anche sul welfare, e in particolare sulla scuola, che non è stata messa in sicurezza per il Covid e non si intravedono gli investimenti necessari per metterla al centro del tempo post pandemico. Il minimo sindacale che pretendiamo è che non si usi anche l’alternanza scuola – lavoro come ennesima occasione di sfruttamento e di profitto. Oltretutto, l’istruzione e la cultura sono strumenti di emancipazione, di consapevolezza, di sguardo critico sulla realtà, di valorizzazione del proprio ingegno, di socializzazione e di occasione di convivenza e di crescita collettiva; non banalmente un mezzo per trovare lavoro. Studenti e lavoratori, insieme, nella memoria di Lorenzo, devono continuare a battersi per cambiare in profondità la società e preparare la ricostruzione del nostro Paese“.

Continuando a navigare sul sito acconsenti all'uso di Cookie Tecnici che permettono di offrire la migliore esperienza di navigazione, come descritto nell'informatva sulla privacy.