Questa la nota della Filt regionale a proposito del Servizio Metropolitano di Superficie e dell’ipotesi di un collegamento tra Padova e Chioggia.
“Da moltissimi anni nella nostra Regione non si costruisce nemmeno un chilometro di linea ferroviaria. Anzi in qualche caso siamo in presenza di situazioni di abbandono, degrado e chiusura della rete esistente.
Abbiamo avuto modo di dimostrare che ci sono collegamenti veneti che con una buona frequenza di treni e capillarità delle relazioni sostituiscono l’uso dell’auto privata, incrementano la domanda di servizio, costituiscono la dimostrazione che sono le condizioni dell’offerta la base per la scelta sul mezzo da utilizzare da parte dell’utenza.
Siamo convinti che se si dedicasse la stessa attenzione messa a risultato sulle grandi opere ferroviarie in ogni buona opera delle relazioni interdipendenti ci guadagnerebbe l’intero servizio comprese le relazioni chiamate frecce.
La dimostrazione sono le navette Padova Venezia negli orari di morbida che consentono, una volta introdotte e conosciute dall’utenza, di avere una risposta con buoni tassi di riempimento dei treni.
Offerta e domanda almeno in alcune direttrici si sorreggono a vicenda con la conferma di quanto asserito da sempre dalla pianificazione dei trasporti.
In questo quadro si dovrebbe connettere decisamente meglio i nodi urbani con la metropolitana di superficie, con nuove stazioni localizzate nella prima periferia dell’urbe in cui la frequenza e la velocità commerciale sono decisamente competitive con l’auto privata.
Rilanciare e completare il Sistema ferroviario metropolitano di superficie è quindi un imperativo per i trasporti pubblici con linee di adduzione dei bus alle stazioni.
Vorremmo un incremento di treni e di stazioni al servizio della mobilità dei pendolari veneti.
In questo quadro ci sono molti lavori possibili anche a costi decisamente contenuti rispetto alla alta velocità ferroviaria.
La ferrovia Padova Chioggia è una di queste opere strategiche per la Regione Veneto perché permetterebbe un collegamento naturale richiesto da una relazione che gravita su Padova da tutta l’asta piovese – conselvano in provincia di Padova e da cavarzerano – Chioggia per la provincia di Venezia.
Inserita nel Piano d’assetto territoriale della Provincia di Padova negli anni 2000 è stata poi tolta dalla stessa Provincia, per la scelta di privilegiare collegamenti stradali come la Romea commerciale o la camionabile del grande raccordo anulare GRA di Padova.
Ora i salutari ripensamenti in corso sulla realizzazione della Romea Commerciale pongono l’urgenza della messa in sicurezza della Romea, opera veramente indispensabile, a costi contenuti, per la sicurezza stradale. Si tratta in definitiva di tante buone opere sul sedime attuale come l’eliminazione dei punti neri della viabilità, la buona tenuta della strada, la attenta ed aggiornata segnaletica orizzontale e verticale, la realizzazione di qualche rotatoria che elimini alcuni attraversamenti e immissioni a raso di notevole incidentalità.
In parallelo si realizzi la ferrovia Padova – Chioggia, soprattutto dopo la assurda decisione del Comune di Padova di rinunciare al finanziamento statale disposto a favore del metrobus sul percorso del SIR 3 collegamento Padova – Legnaro.
Rinunciare a finanziamenti già stanziati per modalità innovative di TPL, senza proporre nulla in alternativa è una decisione inaccettabile.
Purtroppo la nuova Amministrazione Comunale di Padova pare tarantolata a distruggere qualsiasi proposta e decisione, compreso perdere i finanziamenti, che sia l’opera della precedente esperienza amministrativa. Forse non si deve governare una città complessa, come Padova, avendo un unico imperativo: rimuovere l’esistenza di una diversa impostazione sociale e culturale.
Siamo convinti che si debba potenziare l’uscita a sud delle merci dall’Interporto di Padova senza impegnare più passaggi la stazione centrale.
Chiediamo che si realizzi la gronda sud della linea ferroviaria collegamento Interporto – linea Padova Bologna.
Una nuova linea ferroviaria di collegamento consentirebbe un efficace potenziamento dei collegamenti diretti dal comprensorio termale più grande in Europa (Abano-Montegrotto) ai Comuni della corona di Padova, tra cui Albignasego – il comune più popoloso della Provincia dopo Padova- con la chiusura positiva della raggiera ferroviaria padovana.
Si dovrebbe prevedere nuove stazioni ferroviarie per la metropolitana di superficie, intorno a Padova, che sgraverebbe l’attuale congestione della tangenziale padovana e offrirebbe una valida alternativa al traffico diretto in centro città o nei poli di attrazione situati lungo la direttrice.
Infine è tempo di completare il raddoppio dei binari del collegamento Castelfranco – Padova per tutta la tratta, provando per davvero a completare la prima fase del SFMR. Questo consentirebbe una maggiore capacità ferroviaria, la possibilità di far circolare più treni e una più elevata velocità commerciale.
Sulla velocità commerciale dei treni dei pendolari si discute sempre troppo poco. Difficile pensare a un servizio attrattivo per un bacino vasto di utenza quando si viaggia in media 30 km orari con un peggioramento della velocità persino rispetto agli anni 70 in buona parte della rete veneta.
Come si comprende siamo per realizzare buone opere che migliorano la connettività ferroviaria, potenziano l’offerta per il trasporto merci e passeggeri, favoriscono una significativa riduzione del bisogno di nuove strade.
Cambiare verso e impostazione è necessario. Il Veneto del terzo millennio merita una necessaria attenzione allo sviluppo di trasporti ferroviari rispettosi dell’ambiente e del territorio”.