Continuano i ritardi nella realizzazione dei nuovi uffici postali: le prime informative inviate ai dipendenti riportavano una data di inizio e fine lavori, molto spesso differita di mesi, ma ultimamente le nuove informative non riportano nemmeno più le tempistiche di realizzazione dei lavori, e conseguentemente, il tempo stimato di chiusura dell’ufficio postale.

“Il più delle volte si tratta non di ritardi da cantiere, dovuti ad improvvisi problemi tecnici sorti in sede di esecuzione, ma di ritardi dovuti a lavori non iniziati, lasciati in sospeso, o da squadre di operai non sufficienti – spiega Marco D’Auria, Segretario regionale Slc Cgil – Considerando che in ballo ci sono soldi pubblici derivanti dal PNRR, e dei bandi per l’esecuzione dei lavori, sarà necessario fare chiarezza. Ma soprattutto, non bisogna dimenticare due effetti correlati che questi ritardi producono: il primo sui dipendenti degli uffici chiusi, condannati a continui e snervanti distacchi, in attesa di una riapertura che non arriva mai. Il secondo sull’utenza, soprattutto in territori dove c’è l’unico ufficio postale è chiuso per mesi, con le complicazioni logistiche che questo comporta rispetto ad alcune pratiche da svolgere, oltre che le difficoltà di quella fascia di popolazione che ha difficoltà a muoversi fra un comune e l’altro.

Questo è ulteriore elemento di allontanamento di Poste da un luogo, da una comunità, proprio in quei posti dove il Progetto Polis doveva creare più inclusività e vicinanza con la pubblica amministrazione.  Speriamo vivamente che tutto questo non sia il preannuncio di un ulteriore svendita del pacchetto azionario del MEF: non possiamo accettare l’idea di aver sperperato denaro pubblico, ed aver fatto l’ennesimo regalo a privati investitori”.