Il Comitato direttivo della Cgil nazionale ha eletto all’unanimità l’Assemblea Generale, in attuazione delle decisioni assunte dalla recente Conferenza di organizzazione finalizzate ad allargare la partecipazione e la rappresentanza negli organismi dirigenti. L’Assemblea generale della Cgil nazionale sarà costituita da 332 componenti, in maggioranza attivisti dei luoghi di lavoro e delle Leghe Spi, eletti con i medesimi criteri di rappresentanza e pluralismo adottati per la costituzione del direttivo stesso.
L’Assemblea si riunirà di norma una volta l’anno per discutere e deliberare in ordine alle linee programmatiche e di indirizzo dell’attività. Inoltre elegge il segretario generale, la segreteria o uno o più componenti della stessa, e delibera su eventuali mozioni di sfiducia.
Il direttivo ha anche approvato il dispositivo finale sulla “Carta dei diritti universali del Lavoro, ovvero Nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori” (scarica il documento completo) che dal 18 gennaio al 19 marzo sarà sottoposto alla consultazione dei lavoratori.
A fronte degli interventi di deregolazione del mercato del lavoro, della cancellazione di diritti, dell’aumento della precarietà e della riduzione delle tutele, la Cgil promuove “il Nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori che ampliando, estendendo ed integrando la legge 300/70 si configura come una Carta dei diritti universali e di riscrittura del Diritto del Lavoro”.
Gli obiettivi sono:
– ricostruire il diritto ad avere diritti nel lavoro realmente universali ed estesi a tutti che pertanto si fondino su principi di rango costituzionale;
– disciplinare regole su Democrazia e Rappresentanza, estendendo a tutti gli accordi interconfederali sottoscritti in questi anni;
– attuare l’articolo 39 della Costituzione, dando alla Contrattazione collettiva regole che ne determino l’efficacia generale ripristinando il giusto rapporto tra legislazione e contrattazione;
– aumentare le forme di partecipazione, consultazione e voto certificato dei lavoratori al fine di garantire sempre di più che le tutele seguano i cambiamenti organizzativi delle imprese affidando alla contrattazione a tutti i livelli la funzione regolatrice tra diritti dei lavoratori ed esigenze tecnico organizzative delle imprese;
– riscrivere la disciplina delle tipologie contrattuali rimettendo al centro il contratto di lavoro a tempo indeterminato e stabile, superando la precarietà attraverso la ridefinizione dei diritti collegati a quelle tipologie di lavoro riconducendole alla loro funzione di rispondere ad esigenze meramente temporanee dell’impresa o di autonomia scelta del lavoratore.