La Rete della Pace lancia un appello per fermare le guerre. Numerose le adesioni già raccolte tra associazioni, gruppi, movimenti e sindacati, tra cui la Cgil nazionale.
Da troppo tempo si muore in Siria, in Palestina, in Libia, in Egitto, in Iraq, nello Yemen, nella regione a maggioranza curda – recita l’appello – Il Medio Oriente ed il Mediterraneo si stanno trasformando in un immenso campo di battaglia. Ora il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le super potenze mondiali è reale”.
“Le conseguenze possono – si legge ancora – essere tragiche ed inimmaginabili. Milioni di persone, in tutto il mondo, di tutte le culture e religioni, stanno dicendo: basta guerre, basta morti, basta sofferenze. E noi con loro. Guerre producono guerre, le cui vittime sono le popolazioni civili, oppresse e private dei propri diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita. Vanno fermate le armi, bloccate le vendite a chi è in guerra. Ora, subito. Va fatto rispettare il diritto internazionale: è la sola condizione per proteggere la popolazione civile, fermare l’oppressione e l’occupazione, attivare la mediazione tra le parti in conflitto. Non si può più attendere e rinviare decisioni e responsabilità”.
L’appello si conclude anche con un invito diretto alle “associazioni, le organizzazioni, i gruppi locali, a convocare, da oggi e nei prossimi giorni, mobilitazioni per la pace, laiche o religiose, in ogni città, in ogni municipio, in ogni parrocchia. Invitiamo ogni singola persona a fare qualcosa contro la guerra, un gesto simbolico ma concreto: esporre al balcone la bandiera della pace, accendere alla finestra una candela di speranza, mettere sulla giacca una stoffa bianca di disarmo”.