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Allarme dai sindacati della Scuola, che saranno in piazza il 26 settembre

Su 8.800 docenti promessi al Veneto sono stati immessi in ruolo solo 1.450. Entro il 14 settembre vanno nominati circa 14.000 supplenti.
L’allarme dei sindacati della Scuola, che saranno in piazza il 26 settembre.

Le Organizzazioni sindacali esprimono tutta la loro preoccupazione per la ripresa in presenza delle attività educative e formative in tutte le Istituzioni scolastiche della Regione Veneto.

Il rientro in classe vedrà , malgrado le promesse, molte cattedre vuote.
Su 8.800 posti in ruolo promessi nel Veneto (dei quali 4.500 da accantonare per i prossimi concorsi ), sono stati immessi in ruolo solo 1.450.
La ragione è la mancanza di candidati. Il resto andrà quindi in supplenza.

Tutte le perplessità e le critiche avanzate dai sindacati si sono rivelate fondate: l’impossibilità di intervenire sulle anomalie della piattaforma, la poca flessibilità nella scelta delle sedi, un tempo troppo ristretto per la scelta e il vincolo quinquennale per destinazioni anche molto lontane non solo dalla propria scuola, ma anche dalla famiglia e dal luogo di residenza.
Questi fondamentalmente i motivi di un numero così alto di rinunce al ruolo.

A tutto ciò si aggiunge il mancato rispetto per coloro che lavorano e hanno lavorato con sacrificio e dedizione, in situazione precaria, nelle Istituzioni scolastiche per anni, contribuendo all’innalzamento della qualità degli interventi didattici.

Dal 7 al 14 settembre si dovranno nominare circa 14.000 supplenti e non sarà per nulla semplice.

Nodo altrettanto spinoso è la pubblicazione delle graduatorie Graduatorie provinciali (GPS).
Tutte le Province hanno concluso le operazioni, ciascuna con modelli operativi propri. Sono stati segnalati molti errori, alcuni macroscopici dovuti al sistema, altri materiali.
Il tempo a disposizione, ancora una volta, è stato troppo breve, considerate le troppe domande provenienti da ogni singola provincia da analizzare da parte delle segreterie delle Istituzioni scolastiche.
Si determineranno, inevitabilmente, tempi molto lunghi per l’assegnazione delle cattedre e un turn over di nomine a discapito della continuità didattica.

La scuola veneta, quindi, è ancora in sofferenza, e non solo per quanto riguarda gli organici, ma anche per ciò che concerne gli spazi.

Per la ripresa della scuola in presenza e in sicurezza è mancato fin qui il rispetto degli impegni da parte del Ministero dell’Istruzione.
Se non ci saranno stanziamenti adeguati e soprattutto un consistente aumento del personale docente e Ata, sarà impossibile garantire l’equilibrio tra sicurezza, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione.

Le Organizzazioni sindacali chiedono pertanto risposte chiare da parte del Governo.

Più che nuovi spazi, è stata proposta una rimodulazione degli spazi già esistenti e comunque non tutti a norma già nella fase pre-Covid.
Rispetto agli organici, i numeri non sono adeguati all’emergenza e le soluzioni suggerite (modelli modulari da 40/50 minuti; utilizzare il personale destinato al potenziamento dell’offerta formativa per garantire la sicurezza in classe; la suddivisione delle classi; soluzioni miste di didattica in classe e fuori dalla classe) rischiano di ridurre il tempo scuola.
Le Organizzazioni sindacali chiedono infine attenzione per i “docenti fragili” perché possano operare in tutta sicurezza.

Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, con gli studenti e le famiglie saremo in piazza il 26 settembre per affermare e difendere la nostra idea di scuola, organo costituzionale e pilastro della democrazia, sulla cui valorizzazione si giocano la credibilità e il futuro dell’intero paese.

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