Normalmente si pensa siano studenti e pensionati. Ma non è così: se nel 2008 la loro età media sfiorava i 60 anni, nel 2015 l’età media è scesa a 36. Anche questo dato dimostra come il fenomeno voucher sia diventato strutturale e trasversale nel mondo del lavoro: oggi i cosiddetti “lavoretti” sono diventati l’unico lavoro e reddito per circa un milione e mezzo di persone.
Se compariamo il costo orario di un dipendente a bassa qualifica con quello di un lavoratore pagato con il sistema dei voucher, rileviamo uno scostamento. Inoltre, per i voucheristi, non esiste alcuna tutela contrattuale: nessun riconoscimento di malattia, ferie, riposi e nessuna regolazione dell’orario di lavoro, difficile riconoscimento di infortunio.
A tutto ciò si aggiunge il tema del loro futuro previdenziale. Un voucherista, per maturare il requisito minimo di 20 anni di anzianità contributiva, dovrebbe lavorare per almeno 35 anni e con un assegno di soli 208,35 euro al mese!