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UN PROTOCOLLO CONTRO LE ASTE AL DOPPIO RIBASSO

Grazie alla pressione della campagna #ASTEnetevi promossa da Terra!, Flai Cgil, da Sud e dalla campagna #FilieraSporca, una parte importante della grande distribuzione organizzata si impegnerà ad abbandonare la pratica delle aste on line al doppio ribasso sui prodotti alimentari. Ciò grazie ad un protocollo di intesa tra il ministero delle Politiche agricole, Federdistribuzione e Conad che spinge gli aderenti a rispettare alcuni impegni.

Il documento prevede l’istituzione di una pagina dedicata sul sito del ministero sulla quale saranno pubblicate tutte le sigle della grande distribuzione che accetteranno questo “codice etico” e l’effettuazione di verifiche periodiche per controllare l’effettivo rispetto delle disposizioni. La più importante riguarda l’impegno a non ricorrere alle aste elettroniche inverse per l’acquisto dei prodotti agricoli e agroalimentari. Non solo; i firmatari possono sperimentare sistemi di trasparenza come l’etichetta narrante, che informino i consumatori sulla provenienza delle materie prime, il rispetto delle norme sul lavoro agricolo e i passaggi di filiera.

“Si tratta di una vittoria importante per l’agricoltura italiana – sottolineano i promotori della campagna – Grazie anche all’impegno del Ministro delle politiche agricole, si pongono le basi per l’abbandono di un meccanismo pericoloso come le aste on line al doppio ribasso, che incidono sul prezzo dei prodotti schiacciando tutta la filiera, impoverendo i produttori e aggredendo le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori.
Salutiamo con favore anche i buoni propositi per aumentare la trasparenza verso i consumatori, anche se resta molto lavoro da fare sull’etichettatura dei prodotti e sulla adesione delle aziende alla Rete del Lavoro agricolo di qualità”.
Ora ci si augura “che altri attori importanti come Coop Italia, Eurospin e Lidl firmino al più presto questo protocollo. Continueremo – annunciano i promotori – a fare pressioni perché aderiscano al protocollo e aumentino la trasparenza”.

La pratica delle aste on line al doppio ribasso è stata resa di pubblico dominio dal rapporto “Spolpati – La crisi dell’industria del pomodoro tra sfruttamento e insostenibilità”, presentato a novembre da #FilieraSporca. La successiva campagna #ASTEnetevi ha messo in ulteriore risalto il modo in cui questo meccanismo – con cui diverse sigle della distribuzione acquisiscono parte delle forniture agroalimentari – contribuisce a schiacciare i prezzi a monte della filiera, causando una serie di effetti a catena e scaricando le esternalità negative sull’anello più debole: la manodopera. Fenomeni come lo sfruttamento in agricoltura e il caporalato, è la tesi di #FilieraSporca, vanno inquadrati in un contesto più ampio, che comprenda tutte le distorsioni della catena di produzione e distribuzione di un prodotto, tanto più difficili da prevenire quando manca la trasparenza.

Il meccanismo delle aste inverse, o al doppio ribasso, oggi si svolge per parecchi prodotti confezionati: il pomodoro, l’olio, il caffè, i legumi e le conserve di verdura. Come spiega lo stesso sindacato, il sistema è una pratica comune di gran parte delle catene distributive. Ai fornitori, le centrali d’acquisto della grande distribuzione chiedono tramite e-mail di avanzare un’offerta per la vendita di uno stock di prodotto. Raccolte le proposte, lanciano una seconda asta, nuovamente al ribasso, partendo dal prezzo inferiore spuntato nella prima. In pochi minuti, su un portale web, il fornitore è chiamato a competere selvaggiamente con altri per aggiudicarsi la commessa.
Durante queste aste, prosegue la Flai, non è raro che ballino cifre nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. Chi si aggiudica la fornitura spesso si è spinto talmente al limite da doversi rivalere nei confronti dei produttori da cui acquista la merce i quali, a loro volta, si possono trovare in difficoltà nel garantire i diritti fondamentali ai lavoratori agricoli.

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