Lo denuncia la Fiom regionale che si riserva di adire alle vie legali.
I contenuti dell’intesa sono peggiorativi rispetto al contratto. Con deroghe sulla “flessibilità” le aziende possono “risparmiare” sugli straordinari nei periodi di picco produttivo e mangiarsi ferie, permessi e festività nei periodi di minore attività. Possono anche assumere più precari di quanto previsto da leggi e contratti e, se in situazioni di crisi, possono abbassare arbitrariamente condizioni economiche e normative dei lavoratori.
La quota di retribuzione “regionale”, già ridotta con una precedente intesa separata, viene mantenuta solo fino a marzo del prossimo anno. Ad aprile se ne ricontratterà l’utilizzo prevedendo che una parte sia destinata al fondo di previdenza integrativa senza obbligo per le imprese di conferire propria la quota.
Questo il comunicato della segreteria regionale della Fiom:
“Pur essendo anche noi attenti osservatori delle vicende sindacali abbiamo solo recentemente scoperto casualmente dell’ennesimo accordo separato sul Contratto Regionale di Lavoro per i dipendenti artigiani metalmeccanici sottoscritto dalla FIM Veneto, dalla UILM Veneto, da Confartigianato Imprese Veneto, da CNA Veneto e da Casartigiani Veneto.
Lo abbiamo scoperto a distanza di poco più di un mese dalla sua sottoscrizione non essendo mai stati come FIOM convocati al tavolo negoziale, e perché in tutto questo tempo i sottoscrittori hanno volutamente evitato di portare alla luce i contenuti di un accordo separato che prefigura un ulteriore arretramento delle condizioni normative ed economiche dei lavoratori metalmeccanici artigiani della regione.
Un nuovo accordo separato frutto di una trattativa “clandestina”, senza la FIOM CGIL, che FIM, UILM e Associazioni datoriali degli artigiani del Veneto hanno deciso di nascondere per celarne i contenuti e continuare nella destrutturazione di gran parte della normativa prevista dal Contratto Nazionale di Lavoro. Infatti con le ultime tornate contrattuali separate nel Veneto le imprese artigiane portano a casa:
- Il superamento dell’orario giornaliero di 8 ore e di quello settimanale di 40 ore attraverso l’introduzione, in deroga al CCNL, di un orario medio annuo flessibile a disposizione delle imprese sia in positivo che in negativo. In caso di flessibilità in negativo è data facoltà alle imprese di conguagliare eventuali giornate non prestate anche con istituti retributivi propri dei lavoratori previsti dal CCNL (ferie, riduzione di orario di lavoro, eccetera). Per quanto definito in materia di orario di lavoro e di flessibilità si supera quindi la normativa contrattuale riferita al pagamento del lavoro svolto in orario straordinario;
- La possibilità per le imprese di attingere in caso di periodi di minor attività ad accantonamenti di quote economiche proprie dei singoli lavoratori quali le spettanze per festività coincidenti con la domenica, permessi retribuiti relativi alle festività soppresse, 16 ore di permessi retribuiti previsti dal CCNL. Tale possibilità in aggiunta a quanto già stabilito in materia di orario annuo e flessibilità;
- La possibilità per le imprese di assumere personale tramite contratto a termine in deroga ai limiti previsti dalla normativa contrattuale e dalla legge;
- La possibilità per le imprese in situazione di crisi di richiedere ulteriori deroghe agli istituti normativi ed economici previsti dal CCNL;
- La proroga a favore dei lavoratori per solo 8 mesi, fino al 31 marzo 2018, dell’elemento retributivo regionale transitorio (E.R.T.), elemento economico già sensibilmente ridotto nel 2016;
- L’istituzione a partire dal 1 aprile 2018 di una quota di adesione contrattuale (obbligatoria??) dei lavoratori dell’artigianato alla previdenza complementare attraverso una diversa rimodulazione dell’E.T.R. a parità di costi per le imprese e senza obbligo per i datori di lavoro di conferire al fondo previdenziale il TFR e la quota economica a carico delle imprese prevista dal CCNL di categoria;
- L’impegno delle parti firmatarie, FIM – UILM e associazioni datoriali, a definire una diversa destinazione delle ingenti risorse accantonate al 31 dicembre 2013 nel fondo di categoria metalmeccanica.
La contrattazione regionale che dovrebbe essere integrativa e migliorativa di quanto previsto dal CCNL è stata al contrario usata in questi anni dalle Associazioni datoriali, con la complicità di FIM e UILM, come una clava per ridurre i diritti, il salario e aumentare il potere di intervento e di pressione delle imprese sui lavoratori.
Per tutti questi motivi e in considerazione della mancata convocazione al tavolo negoziale che ha prodotto il nuovo accordo separato, la FIOM CGIL del Veneto sta valutando di adire alle vie legali a tutela propria rappresentatività e dei lavoratori metalmeccanici artigiani del Veneto”.