La dichiarazione di Christian Ferrari, Segretario Generale CGIL Veneto
“Il Governo ha assunto decisioni molto delicate sull’emergenza sanitaria e sulla crisi economica, cercando un difficilissimo equilibrio tra le diverse priorità. Riaperture parziali, 40 miliardi di scostamento di bilancio per i ristori, tentativo di restituire un minimo di normalità agli studenti almeno nell’ultima fase dell’anno scolastico. Un equilibrio che, peraltro, diversi scienziati (le cui previsioni sono state spesso confermate dai fatti) hanno considerato sbilanciato a favore delle ragioni economiche e a discapito di quelle sanitarie.
Ad allarmare, inoltre, sono state le strumentalizzazioni politiche che, subito dopo la conferenza stampa del Presidente Draghi di appena una settimana fa, hanno accreditato l’idea del “liberi tutti” e dell’archiviazione definitiva della pandemia. In seguito, è partito il gioco del “più uno”, con continue richieste di allargare ulteriormente le maglie delle restrizioni rimaste, culminato nel Consiglio dei ministri di ieri.
Di oggi, la polemica sconsiderata delle Regioni, Veneto compreso, che chiedono – sostanzialmente – meno studenti nelle classi e più movida nelle piazze. Proprio quelle Regioni che avrebbero dovuto approfittare di questi mesi per migliorare il tracciamento, implementare il monitoraggio dei contagi nelle scuole, risolvere il problema del trasporto pubblico, farsi trovare pronte per una campagna vaccinale veloce ed efficace. In Veneto, per esempio, ci sono ancora oltre 1000 contagi al giorno e decine di decessi, mentre l’implementazione del trasporto pubblico, sollecitata dalle Organizzazioni sindacali, è stata largamente disattesa.
In queste condizioni, il rischio che riparta un’ulteriore ondata di contagi prima dell’estate non è affatto scongiurato.
Il buon senso, oltre all’inderogabile dovere di mettere sopra ogni cosa la salute e la vita delle persone, dovrebbe consigliare prudenza per le prossime settimane, proprio per evitare una nuova stretta in una stagione decisiva per rilanciare le attività commerciali e turistiche, piegate da oltre un anno di enormi difficoltà. Ma la sensazione è che, anche in ambito istituzionale, la propaganda politica abbia ancora una volta prevalso sul senso di responsabilità.
Davvero non abbiamo imparato nulla dai lutti, dal dolore, dalla stessa crisi economica in cui siamo precipitati dal 21 febbraio del 2020? Davvero non ci ha insegnato nulla la seconda ondata dell’autunno, che in Veneto ha causato migliaia di morti, e che ai suoi esordi ha visto assessori regionali comiziare nelle piazze contro le misure di contenimento del Governo di allora?”