CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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Lavoratori, pensionati, studenti veneti sabato 18 giugno, con la Cgil, in piazza del Popolo a Roma per la pace e per la giustizia sociale

Tiziana Basso: “Anche nella nostra regione situazione economica molto preoccupante

Ha cominciato Padova il 1° giugno e ha concluso Venezia il 14 giugno, alla presenza di Maurizio Landini. Tra queste due date ci sono state le tappe di Rovigo (6 giugno), Verona (8 giugno), Vicenza (9 giugno), Belluno e Treviso (10 giugno).

Nelle piazze, nei capannoni industriali, negli auditorium delle scuole, nei parchi di ogni provincia, la Cgil ha tenuto assemblee pubbliche con i lavoratori e i pensionati, aperte alla cittadinanza e a tutte quelle forze vive della società che condividono la battaglia contro la guerra e per la soluzione della crisi economica e sociale.

Centinaia di persone si sono mobilitate sul territorio della nostra regione, migliaia in tutto il Paese per preparare la manifestazione nazionale che si terrà sabato 18 giugno a Roma, in piazza del Popolo, dove arriveranno lavoratrici, lavoratori, pensionati e studenti veneti in autobus, in treno, con le auto private. L’iniziativa si intitola: “Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia camminano insieme”.

Viviamo un tempo molto complicato – dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto – anche nella nostra realtà.

Lo testimoniano i dati che stanno emergendo dal nostro sistema Caaf, giunto ormai a metà della campagna fiscale. Ebbene, su oltre 127.000 dichiarazioni dei redditi elaborate, risulta che la retribuzione media dei lavoratori veneti è di 21.684 euro lordi all’anno; la media degli assegni pensionistici è di 17.792 euro lordi. Poco più di 1000 euro al mese per chi è ancora in attività, al di sotto di questa cifra per chi è in pensione.

Proviamo a immaginare cosa comportino i livelli attuali di inflazione per queste famiglie.

Gli ultimi numeri messi a disposizione dai comuni capoluogo sono di aprile e indicano un massimo di carovita nella città di Verona, con un +8,1% (la seconda città più cara d’Italia), e il livello più basso, ma comunque molto significativo, a Vicenza, dove raggiunge un +5,8%. Il secondo posto di questa triste classifica dell’inflazione spetta a Rovigo (7,4%), seguono Padova (6,7%), Venezia, Treviso e Belluno (6%).

Se il Governo non interviene con tempestività, non solo le persone avranno enormi difficoltà a vivere dignitosamente, ma la depressione della domanda interna metterà in crisi lo stesso tessuto produttivo. Questa dovrebbe essere la prima preoccupazione delle imprese, dalle quali pretendiamo rinnovi contrattuali che aumentino adeguatamente i livelli salariali. Così come è urgente una riforma fiscale a favore del lavoro e non della rendita.

A pagare il prezzo più salato di questa nuova emergenza sociale sono ancora una volta i giovani e le donne. Il gap salariale a danno delle lavoratrici, nel 2021, ha raggiunto gli 8.500 euro, per le pensionate sfiora i 9.000 euro. E la risposta in questo caso è innanzitutto la lotta alla precarietà, che da lavorativa sempre più spesso si trasforma in esistenziale.

Per quanto riguarda i giovani, che in Veneto hanno una retribuzione più bassa rispetto agli altri lavoratori (19.797 euro), sono certamente necessari interventi nazionali, ma esiste anche un problema a livello regionale, visto che siamo molto poco attrattivi per chi si affaccia sul mondo del lavoro. La Fondazione Nordest misura il saldo negativo tra immigrazione ed emigrazione in 12.000 ragazze e ragazzi che scelgono non solo l’estero, ma anche la vicina Emilia-Romagna, per cercare la propria affermazione professionale.

Per queste ragioni saremo sabato a Roma, per chiedere risposte al Governo e alle controparti datoriali. Ma soprattutto la nostra manifestazione si pone l’obbiettivo di far sentire alta e forte la voce della pace. Diremo no alla prosecuzione della guerra della Russia in Ucraina, che sta determinando lutti indicibili alla popolazione civile e che ha come effetti anche la crisi alimentare in tanti Paesi del mondo e la crisi economica per le fasce popolari italiane ed europee. L’Italia e L’Europa si battano per il cessate il fuoco e per una soluzione politica e diplomatica”.

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