La Cgil regionale e padovana su Grafica Veneta

La Cgil regionale e padovana su Grafica Veneta

La vicenda di Grafica Veneta dimostra che il sistema degli appalti e delle esternalizzazioni è un sistema malato.

Dichiarazione di Christian Ferrari, Segretario generale Cgil Veneto, e Aldo Marturano, Segretario generale Cgil Padova

​”Le responsabilità penali dei dirigenti di Grafica Veneta verranno accertate dalla magistratura. Ma quanto emerge dall’indagine è già di per sé sconcertante. Stiamo parlando di lavoratori ridotti sostanzialmente in schiavitù e privati dei diritti più elementari e perfino della libertà personale.
Come Cgil, abbiamo molte volte denunciato, e da anni, il fenomeno del caporalato, presente in Veneto soprattutto nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia, della logistica. Ma il fatto che nemmeno una realtà considerata un’eccellenza della nostra industria a livello nazionale e internazionale sia, secondo gli inquirenti, immune da questo fenomeno deve far riflettere tutti e deve far agire le Istituzioni.
Il sistema degli appalti e delle esternalizzazioni, ormai è chiaro, è un sistema malato, che si fonda sulla artificiosa frantumazione dei cicli produttivi, sulla forsennata ricerca della compressione dei costi, a partire da quelli del lavoro, e quindi sullo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori più poveri.
Anche in questo caso, infatti, si tratta dell’affidamento a terzi di un’attività che è parte integrante del ciclo produttivo diretto.
Sugli appalti pubblici abbiamo ottenuto importanti risultati nel confronto con il Governo, dobbiamo fare altrettanto anche sugli appalti privati.
A livello veneto, per sconfiggere il fenomeno del caporalato e di un’illegalità economica troppo diffusa, non basta l’azione delle Forze dell’Ordine e dei Magistrati, che vanno ringraziati per lo straordinario impegno con cui stanno operando. E non basta nemmeno il sindacato, che continuerà comunque a fare fino in fondo la sua parte. Occorre una presa di coscienza, e scelte conseguenti, di tutta la società, a partire dalle organizzazioni datoriali, che non possono tirarsi indietro in questa battaglia di civiltà.
Dalla pandemia e dalla crisi economica usciremo solo cambiando modello di sviluppo, e rimettendo al centro il lavoro libero, dignitoso e di qualità, non perpetrando le storture già tutte presenti nel nostro sistema ben prima dell’arrivo del Covid 19″.

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