Ormai nessuno crede più alla favoletta che la sanità in Veneto sia un’eccellenza e la manifestazione che si è tenuta nell’Alto Vicentino il 16 novembre scorso ne è la riprova.
Anni di tagli lineari in nome della razionalizzazione con la convinzione che amministrare un’azienda sanitaria sia la stessa cosa che dirigere una fabbrica di bulloni, il ricorso dissennato al project financing, le promesse mancate (ad esempio il potenziamento dei servizi territoriali) unitamente a ben precise scelte politiche nazionali hanno provocato un vuoto di risorse spaventoso.
In questo momento tutti gli ospedali in Veneto sono in sofferenza, nel territorio ogni giorno vengono eliminati servizi (assistenza domiciliare, interventi per la disabilità,…) e chi può permetterselo ricorre sempre più spesso al privato; le prestazioni essenziali vengono garantite grazie all’abnegazione del personale in servizio, ma turni massacranti, un contenzioso legale in aumento, la mortificazione sul piano economico e di carriera, l’aggiornamento negato fanno sì che lavorare in ospedale non sia più appetibile provocando così ulteriore emorragia di personale.
Le soluzioni? Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: sicuramente non lo sono le iniziative già prese dal Presidente Zaia, che stanno mostrando alla popolazione tutte le loro criticità; è necessario aprire con urgenza un confronto serio su temi quali incentivi sul piano economico, specializzandi in corsia, aumento delle borse di studio, potenziamento del territorio.
Noi ci siamo.
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