CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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FERROVIERI AL VOTO PER LE NUOVE RSU

Dal 24 al 27 novembre i lavoratori del Gruppo FS torneranno ad eleggere i loro Rappresentanti Sindacali Unitari (RSU) e i loro Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza (RLS).  “Lo faranno, finalmente – scrive in una nota la Filt regionale – dopo undici anni dalle elezioni precedenti, cioè ben oltre la normale scadenza triennale delle RSU.  Undici anni che, per diverse ragioni, rendono queste elezioni una sorta di “prima volta”. Un vasto esercizio di democrazia che interessa 60.000 ferrovieri in Italia, di cui 5.250 in Veneto e che viene applicato ad una grande azienda privata per la prima volta dopo l’Accordo Interconfederale del 2014 su rappresentanza e democrazia sindacale.
Il voto espresso dai lavoratori stavolta concorrerà anche a definire l’indice di rappresentatività di ogni Organizzazione Sindacale per misurare la titolarità negoziale nella contrattazione per i rinnovi del contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL)”.
Ci sono oltre 130 candidati tra RSU e RLS per la Filt del veneto, in gran parte giovani, e già questo è importante per il rinnovamento del sindacato attraverso la partecipazione diretta dei lavoratori.
Le candidate e i candidati nelle liste della Filt-Cgil condividono il fatto che rappresentare bene il lavoro significa farlo coniugando costantemente le necessità specifiche che si è direttamente chiamati a rappresentare e una visione solidaristica e di unità della complessità del lavoro.
La Filt Veneto auspica “una forte partecipazione al voto perché questo importante avvenimento sia percepito dai lavoratori come l’esercizio di un diritto, come l’occasione di diventare protagonisti della contrattazione.
Per i lavoratori – aggiunge – è importante essere rappresentati collettivamente e la Filt Cgil auspica che essi riconoscano nelle elezioni qualcosa di utile alla loro condizione di lavoro e alla difesa della loro occupazione e coinvolgimento nelle decisioni che li riguardano sulle prospettive dell’azienda.
Questo appuntamento si colloca in una fase della storia del Gruppo FS particolarmente complessa. Per la Filt Cgil la contrattazione rappresenta dal livello nazionale a quello territoriale e soprattutto nei luoghi di lavoro un fattore centrale per partecipare, discutere, contrattare le future evoluzioni dell’azienda, gli adeguati livelli di tutela dei diritti e delle condizioni materiali e di sicurezza dei lavoratori.
Per tutto questo serve una nuova RSU.
Lavoratori più qualificati sono tra i fattori determinanti per la positiva crescita di un grande gruppo industriale nazionale quale FS.
La prospettiva di questo gruppo industriale e del lavoro che in esso si svolge è attualmente incerta e motivo di forte preoccupazione. Lo è, in primo luogo, per i pericolosi tentennamenti del Governo sulle intenzioni e modalità di privatizzazione dell’attuale Gruppo integrato.
Da un lato c’è l’ipotesi di mantenere unitario l’assetto societario del Gruppo, pur privatizzandolo fino ad un massimo del 40% della proprietà. Dall’altro lato, ancor prima della privatizzazione, l’idea di scorporo dal Gruppo dell’infrastruttura ferroviaria (che resterebbe in mano pubblica, ma non si capisce ancora in capo a chi, né come…), con il conseguente venire meno della necessità stessa di un Gruppo societario unitario.
Se così fosse la privatizzazione (a quel punto non si capisce nemmeno più per quali quote di proprietà…) avverrebbe per pezzi, a partire dallo “spezzettamento” dell’attuale Trenitalia.
La Filt è contraria a questa privatizzazione.
Governo e Parlamento avrebbero il dovere di spiegare al Paese, all’opinione pubblica e ai ferrovieri perché privatizzare, in base a quali opzioni di politica economica, di politica industriale, di politica dei trasporti.
La Filt Veneto ha manifestato il suo No alla privatizzazione auspicando che il Gruppo resti integralmente pubblico, evitando operazioni di ricerca di cassa che non seguono alcun disegno industriale, nessuna idea di che cosa è utile fare, ma prevedono solo la monetizzazione rispetto ad uno dei beni del Paese.
Esperienze passate di separazione delle reti dalle aziende, avvenute in altri settori, dimostrano che non ci sono stati i previsti ritorni favorevoli.

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