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EMERGENZE SUL LAVORO: CGIL, CISL, UIL CHIEDONO UN TAVOLO

Cgil Cisl e Uil rinnovano la richiesta al Governo di apertura di un tavolo di confronto sugli interventi in materia di mercato del lavoro. “È urgente – scrivono in una lettera inviata al Ministro del Lavoro, Di Maio – che si superi la logica degli interventi a spot, per avviare un confronto sistemico sulle emergenze che gravano sul mondo del lavoro. In particolare nelle prossime settimane migliaia di lavoratori vedranno terminare la copertura garantita dai loro ammortizzatori sociali, senza che, nel frattempo, siano ripartiti adeguati investimenti e processi di riorganizzazione e riconversione produttiva”.

“Occorre – concludono le confederazioni – aprire subito un confronto con le parti sociali per risolvere tale situazione, a partire dal superamento delle rigidità delle attuali norme che regolano gli ammortizzatori sociali, oltre che dare credibilità ed efficacia alle politiche attive, decisive per garantire percorsi di ricollocazione e sostegno”.
Un allarme sulle emergenze che ancora gravano sul lavoro è stato lanciato da Fim Fiom Uilm le quali ricordano che “dal 24 settembre scadranno gli ammortizzatori sociali, in particolare cassa integrazione e contratti di solidarietà, per migliaia di lavoratori. Da Nord a Sud, in molte aziende verrà superato il limite dei 36 mesi di CIG e CdS a disposizione nel quinquennio”.

I sindacati dei metalmeccanici, che annunciano un presidio davanti al Ministero dello Sviluppo Economico il 24 settembre, fanno presente l’entità del problema. “Sono 140.000 – scrivono – i lavoratori metalmeccanici coinvolti da situazioni di crisi dei comparti degli elettrodomestici, della siderurgia, dell’ICT e Telecomunicazioni, dell’elettronica, dell’automotive, con oltre 80.000 lavoratori metalmeccanici interessati dalla cassa integrazione straordinaria. In totale sono ben 144 i tavoli di crisi aziendale dei vari settori aperti al Ministero dello Sviluppo Economico al 30 giugno 2018 che riguardano 189.000 lavoratori. Sono, inoltre, 31 le aziende che hanno cessato l’attività in Italia per delocalizzare all’estero mettendo a repentaglio oltre 30.000 posti di lavoro. Vi sono, poi, 147 gruppi di imprese interessate da procedure di amministrazione straordinaria.
Senza nuove norme la scadenza degli ammortizzatori il 24 settembre si tradurrà per migliaia e migliaia di lavoratori in licenziamento con gravissime ripercussioni e conseguenze per l’occupazione in tutto il Paese.

Per queste ragioni i metalmeccanici chiedono al Governo l’apertura di un tavolo urgente per  la copertura degli ammortizzatori sociali per poter concludere i processi di riorganizzazione e di ristrutturazione aziendale e le reindustrializzazioni; il rilancio dei contratti di solidarietà; il sostegno alla formazione e agli investimenti innovativi; politiche attive ed efficaci per garantire le ricollocazioni e tutelare l’occupazione”.

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