Lunedì 18 dicembre si fermano i lavoratori edili per l’intera giornata a sostegno della vertenza contrattuale, ma anche sui temi del lavoro, della salute e delle pensioni. In occasione dello sciopero si svolgeranno manifestazioni interregionali, tra cui una a Padova in cui confluiranno i lavoratori del Veneto.
Lo annunciano le segreterie FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil che motivano questa decisione con la “presa d’atto, ancora una volta, dello stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto edile, scaduto da quasi un anno e mezzo”.
I segretari generali Panzarella, Turri, Genovesi, ricordano di aver “annunciato nei mesi scorsi la mobilitazione per novembre, qualora le associazioni datoriali non avessero mostrato disponibilità ad un avanzamento nella trattativa. Nel frattempo – aggiungono – abbiamo svolto oltre mille assemblee nei cantieri per spiegare ai lavoratori le nostre proposte e le difficoltà che abbiamo incontrato nel negoziato. Oggi dobbiamo prendere atto che dalle associazioni datoriali non sono giunte reali disponibilità ed aperture.”
Le organizzazioni hanno consegnato le loro richieste alle controparti: aumenti salariali in linea con gli altri settori e finalizzati anche ad aiutare una ripresa dei consumi al servizio del Paese; difesa e riforma delle Casse Edili a tutela di tutti i lavoratori (operai, impiegati, ecc.), contro il lavoro nero e per sostenere le imprese più serie contro la concorrenza sleale e il dumping; più sicurezza sui posti di lavoro, contro gli infortuni e gli incidenti mortali che, drammaticamente, crescono ogni giorno di più; creazione di un Fondo Sanitario Integrativo Nazionale per tutelare sempre di più il diritto alla salute e alla prevenzione; potenziamento del Fondo integrativo per il Pensionamento anticipato, dando la possibilità a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione prima e creare così occasioni di lavoro, di qualità, per tanti giovani.
Queste richieste – osservano Panzarella, Turri, Genovesi – vanno nella direzione di un Contratto Nazionale al servizio di una qualificazione maggiore del sistema, del lavoro e dell’impresa, per poter affrontare le sfide di un settore che sta cambiando nei suoi processi e nei suoi prodotti (riqualificazione, rigenerazione, messa in sicurezza del territorio e del patrimonio pubblico e privato, ecc.) per cui servono più professionalità, più qualità, più partecipazione.”
Ma le controparti “continuano con tatticismi dilatori a prendere tempo, non rispondendo nel merito alle nostre proposte e non accettando la sfida che i lavoratori ed il sindacato hanno lanciato.”