CGIL VENETO
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Dopo l’attentato suicida a Kabul, ancora più urgente l’accoglienza dei profughi afghani. Il Veneto faccia la sua parte

Dichiarazione di Christian Ferrari, Segretario generale Cgil Veneto

“La situazione già drammatica che sta vivendo la popolazione afghana è ulteriormente peggiorata con l’attentato che ha colpito questo pomeriggio l’aeroporto di Kabul. È ancora troppo presto per avere un bilancio delle vittime, ma non per rendersi conto dell’urgenza con cui vanno accolti i profughi che stanno tentando di lasciare il Paese. Nessuno può esimersi da un dovere umanitario, tanto meno un territorio come il Veneto, che ha nella sua tradizione migliore, rappresentata dal suo ricco tessuto associativo, la solidarietà verso chi soffre e la fratellanza verso gli altri popoli.

A una iniziale disponibilità all’accoglienza espressa dalle Istituzioni regionali e locali è subentrata una frenata motivata con ragioni risibili (l’alto numero di turisti presenti in questa fase), o indicibili (le imminenti elezioni amministrative che renderebbero sconveniente l’arrivo di rifugiati e richiedenti asilo).

A questo si aggiungono i problemi legati allo smantellamento della rete di accoglienza diffusa che rappresenta il miglior strumento di integrazione possibile. Uno smantellamento che, evidentemente, in Veneto è stato portato avanti con particolare solerzia, visto che siamo tra le Regioni con meno posti disponibili a livello nazionale.

Nessuno di questo motivi è comunque un alibi accettabile per restare inerti, né come rappresentanti istituzionali né come società civile. Ognuno deve fare la propria parte e anche rimediare agli errori (o peggio alle scelte incivili ed egoistiche) commessi in passato. Anche perché il tema dell’accoglienza non ha nulla di contingente e non può limitarsi ad assecondare l’emotività di un singolo momento. Non dimentichiamo che tanti di coloro che non riescono a mettersi al sicuro oggi avevano già provato a raggiungere l’Europa ed erano stati rimandati indietro perché l’Afghanistan era considerato un “luogo sicuro”. Non c’è tempo neppure per vergognarsi di decisioni così disumane. C’è solo il tempo per agire prima che sia troppo tardi e altri innocenti perdano la libertà o addirittura la vita”.

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