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FATTO IL CONTRATTO PER UN MILIONE DI EDILI

È stato raggiunto nella notte l’accordo per il rinnovo del contratto dell’edilizia tra i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e le associazioni datoriali Ance e Coop.
Interessa un milione di lavoratori e prevede un aumento a parametro 100 (operaio comune) di 55 euro (71,50 operaio specializzato), l’aumento di altri 2 euro (a parametro 100, che diventano 2,6 per operaio terzo livello) del contributo collettivo obbligatorio per la Previdenza complementare (Prevedi), un aumento totalmente a carico delle imprese delle aliquote per sanità integrativa (0,35% sulla massa salari) e di quelle per il Fondo Prepensionamento (+0,10%, arrivando allo 0,20).
Vi sarà anche un versamento di 0,10 per la costituzione di un Fondo per incentivare l’occupazione giovanile.
È stato salvaguardato il secondo livello di contrattazione territoriale, individuando nel 1 luglio 2019 la data per la ripartenza delle trattative di 2° livello.

“Abbiamo mantenuto la funzione salariale del contratto con aumenti sui minimi tabellari secondo le prassi e le specificità in atto nel settore dell’edilizia, in piena sintonia con l’Accordo Interconfederale del 9 marzo scorso firmato da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, che riconosce al Ccnl sia una funzione salariale certa, sia una funzione di sostegno a forme di welfare integrativo di natura bilaterale”, spiegano i segretari generali di Feneal Filca Fillea, Panzarella, Turri, Genovesi. “Inoltre – proseguono – abbiamo concordato importanti innovazioni che favoriranno una stagione di contrattazione territoriale importante, per dare coerenza alla filosofia e alle prescrizioni contrattuali. L’obiettivo raggiunto è stato quello di rimettere le Casse Edili al centro di servizi a favore dei lavoratori, con costi gestionali ed un’efficienza del sistema coerenti con la loro missione sociale e con un 1,05% sia alle imprese che ai lavoratori”.
L’accordo si articola in molti punti, a partire dal rilancio delle scuole edili e dei CPT per la sicurezza, con una particolare attenzione alla formazione dedicata alle nuove tecniche costruttive, ai nuovi materiali, all’industrializzazione 4.0 del cantiere.
Tra le novità più significative, il potenziamento del Fondo nazionale per il ricambio generazionale, “per favorire il raggiungimento del pensionamento anticipato agli edili che abbiano i requisiti soggettivi individuati da apposito regolamento” e l’istituzione di un Fondo per incentivare l’occupazione giovanile “anche al fine di qualificare sempre di più il settore”.

Inoltre, per  la prima volta è stata “riconosciuta la possibilità alle Partite Iva presenti in cantiere di poter accedere alle Casse Edili, in particolare alla formazione, all’aggiornamento e alle prestazioni relative a salute e sicurezza.
“Si tratta – osservano Panzarella, Turri e Genovesi – di un caso concreto di contrattazione inclusiva per ricomporre diritti e tutele che si rivolge potenzialmente a circa 200 mila persone, non imprese artigiane, figure specialistiche come restauratori, archeologi, geometri, architetti, ecc.”
Si valorizza la funzione del sistema bilaterale tradizionale in materia di welfare con la costituzione del Fondo Nazionale paritetico per l’assistenza sanitaria integrativa a favore di tutte le maestranze e degli impiegati, alimentato da un’aliquota totalmente a carico delle imprese complessivamente dello 0,60% a favore degli operai, da versare in cassa edile su un minimo di 120 ore e da un contributo specifico dello 0,26% della retribuzione per gli impiegati. La Cassa Edile svolgerà la funzione di sportello a favore degli operai.
“Adesso le sfide da affrontare – concludono i tre segretari generali – sono la lotta al dumping contrattuale, e quindi l’applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impegnati nei cantieri, e la vera ripresa del settore, con la realizzazione delle infrastrutture necessarie al rilancio del Paese e con l’accelerazione della cantierizzazione di più opere possibili. Con questo contratto le parti sociali confermano l’importanza di investire su un sistema di relazioni industriali che sempre di più deve mettere al centro l’impresa ed il lavoro di qualità, scommettendo sul futuro del settore”.

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