Fai-Flai-Uila Veneto avvieranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro per rinnovare il contratto ed ilo 30 novembre ci sarà l’assemblea regionale di tutte le RSU.Fai-Flai-Uila giudicano inaccettabile la posizione negoziale assunta da Federalimentare nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro che interessa circa 400.000 lavoratori in Italia e che scadrà alla fine del mese di novembre.
Una posizione di totale chiusura verso le richieste sindacali che sembra voler riportare indietro il settore di molti anni e che risulta tanto più inaccettabile se rapportata allo stato di buona salute del settore.
“Ad esempio in Veneto – affermano Zanin, Pellizzon, Storti, Segretari Generali Veneti di Fai-Flai-Uila – i comparti dell’industria alimentare hanno mantenuto in questi anni buoni risultati dal punto di vista delle vendite. I dati sui bilanci aziendali lo confermano. Ad esempio nei quattro principali comparti (prodotti da forno, paste alimentari, bevande, lattiero caseario) seppure costantemente esposti a forte competizione sia a livello nazionale che estero, il fatturato è cresciuto mediamente dal 2011/2014 come è cresciuta l’occupazione.
Per fare il punto sullo stato della trattativa e decidere le iniziative da assumere, in particolare a livello territoriale, Fai-Flai-Uila Veneto hanno convocato un incontro per il 30 di novembre 2015 di tutte le RSU delle aziende alimentari del Veneto.
Il grande successo di Expo, i dati economici che parlano di una ripresa in atto nel paese e quelli, ancora più positivi, sulla crescita di fatturato ed export del settore alimentare negli ultimi dieci anni, i risparmi fiscali e contributivi per oltre 8 miliardi € di cui il sistema complessivo delle imprese sta beneficiando, contraddicono e smentiscono la posizione espressa da Federalimentare al tavolo negoziale che tende invece a rappresentare un quadro di grande difficoltà in cui vivrebbero le aziende.
Per questo Fai, Flai e Uila respingono con forza la contro-proposta di Federalimentare di un incremento retributivo di 7 euro sul triennio, contro i 150 richiesti nella piattaforma per i quattro anni di durata contrattuale proposta. Una richiesta basata su un ragionamento di semplice buon senso: in un paese dove l’inflazione tende a zero e dove, al contrario, cresce il Pil e con esso la ricchezza, è anche a questa crescita che occorre agganciare le richieste di incremento salariale.
Ancor più inaccettabile l’idea avanzata dalla parte datoriale di abolire tutte le flessibilità contrattuali, destrutturando l’attuale sistema e introducendo un orario settimanale con la possibilità di picchi fino a 72 ore.
Con il mese di novembre in tutto il Veneto come nel resto del paese ci sarà un percorso unitario affinché dai luoghi di lavoro arrivi alle aziende un segnale forte e chiaro sulla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori di rinnovare il contratto, ma non un rinnovo qualsiasi, bensì quello che Fai-Flai-Uila hanno definito in una piattaforma innovativa che guarda al futuro e che propone nuovi modelli e scelte strategiche”.
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