La Cgil del Veneto ha presentato in audizione al consiglio regionale alcune riserve sul disegno di legge relativo al consumo di suolo. Il testo infatti, oltre a delegare a successivi provvedimenti di Giunta criteri fondamentali, prevede alcune eccezioni e deroghe e consente nei fatti un ampliamento delle aree di edificazione.
Questo il testo:
AUDIZIONE DEL 25 LUGLIO 2016 DELLA 2° COMMISSIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO SUL TESTO UNIFICATO DEI PROGETTI DI LEGGE RELATIVI AL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO, ALLA RIGENERAZIONE URBANA, AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ INSEDIATIVA.
OSSERVAZIONI E PROPOSTE DELLA CGIL VENETO
SERVE CHIAREZZA E COERENZA
Da tempo sosteniamo l’esigenza di una legge regionale organica sulla materia, di un rafforzamento delle norme e delle regole per una programmazione orientata a un diffuso e concreto contenimento del consumo di suolo, nella prospettiva del saldo zero e del raggiungimento, magari anticipato, degli obiettivi indicati e assunti dalle direttive europee.
- Un’esigenza ancora più forte in Veneto, una delle regioni d’Italia con la più alta percentuale di suolo consumato rispetto alla propria superficie e tra le più esposte rispetto ai rischi di dissesto idrogeologico;
- Il nuovo testo unificato propone già dal titolo le finalità del contenimento del consumo di suolo, della rigenerazione urbana, del miglioramento della qualità insediativa; nei successivi articoli considera il suolo un bene comune, una risorsa limitata e non rinnovabile, richiama i concetti di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio esistente, di recupero delle aree degradate e dismesse, di rimozione delle opere che compromettono l’integrità e la sicurezza del territorio;
- Sono indirizzi e obiettivi positivi e condivisibili, che da tempo la CGIL promuove e sollecita, anche come elementi centrali di un rilancio concreto ed efficace delle attività produttive e dell’occupazione, di un modello di sviluppo nuovo e sostenibile;
- Spesso però si fa un grande uso di queste parole, di questi concetti positivi nei titoli e nelle premesse, mentre nelle disposizioni normative specifiche non si interviene efficacemente o addirittura si favorisce una direzione opposta.
PER QUESTO CHIEDIAMO CHIAREZZA E COERENZA.
- Ci preoccupa infatti, il rinvio della definizione della quantità massima del consumo di suolo ammesso ad una successiva delibera della Giunta Regionale;
- Ci preoccupa che le cosiddette “aree di urbanizzazione consolidata” siano quasi totalmente escluse da tali limiti, che per non meglio precisati motivi di interesse pubblico o per nuove attività possano essere previste deroghe ai limiti definiti;
- Ci preoccupano le premialità che consentono maggiori volumi di edificazione.
Come CGIL richiediamo pertanto una riformulazione del testo che superi le ambiguità esistenti, che impedisca interpretazioni e applicazioni in contrasto con i principi, le finalità e gli obiettivi dichiarati, per evitare che invece di riutilizzare e riqualificare si finisca per usare anche i pochi spazi di suolo libero rimasti nelle aree urbane per un ulteriore incremento dei volumi edificabili e della speculazione immobiliare.