Questa la dichiarazione di Christian Ferrari (Segretario generale Cgil Veneto), Gianfranco Refosco (Segretario generale Cisl Veneto), Gerardo Colamarco (Segretario generale Uil Veneto) dopo la visita del Presidente della Repubblica
“Ringraziamo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver scelto il Veneto e il Bellunese come luogo da cui lanciare il suo appello sull’emergenza determinata dai cambiamenti climatici in corso.
Le sue parole sono state inequivocabili, e il contesto in cui sono state pronunciate ne hanno amplificato l’eco. La tragedia del Vajont, con le sue duemila vittime innocenti, e la catastrofe ambientale che ha colpito recentemente la provincia di Belluno, oltre ad altri territori della nostra Regione, sono due eventi che ci offrono insegnamenti che sarebbe irresponsabile dimenticare.
Nel primo caso, si decise di far finta di nulla nonostante i rischi per la popolazione fossero evidentissimi. Nel secondo, le responsabilità sono più diffuse ma non ci sono dubbi che la tempesta dello scorso novembre non è un capriccio della natura, ma va attribuito ai fautori di un modello di sviluppo che considera le compatibilità ambientali un inutile vincolo che frena la crescita economica.
Anche oggi c’è chi, insieme al Presidente Mattarella, non perde occasione per invitare tutti a farsi carico del destino della Terra. A partire dalla giovanissima Greta Thunberg che ha ispirato lo sciopero mondiale per il clima del prossimo 15 marzo. Dipende da ciascuno di noi evitare che la finestra di sensibilità aperta dalle nuove generazioni non venga chiusa da chi riveste ruoli di primo piano in ambito istituzionale ed economico; potrebbe non esserci tempo sufficiente ad averne un’altra.
Fare tutto ciò che sappiamo e possiamo per evitare che altre parole di verità, come quelle di chi denunciò inascoltato il rischio Vajont, cadano nel vuoto è un dovere inderogabile.
Il problema, come ha ricordato il presidente Mattarella, è globale ed è a quel livello che vanno assunte le scelte necessarie, ma questo non ci esime dal fare, anche a livello territoriale quanto necessario.
Il Veneto ha molto terreno da recuperare. Siamo tra le regioni con l’aria più irrespirabile d’Europa, con il maggior consumo di suolo, con fenomeni come l’inquinamento da Pfas che dimostrano come un’idea sbagliata di progresso abbia avuto la meglio su logiche virtuose di produzione e di utilizzo del territorio.
È ora di cambiare impostazione e risolvere la contraddizione tra ambiente e sviluppo, utilizzando la rivoluzione tecnologica in corso. Dobbiamo pensare e realizzare un nuovo modello di sviluppo in cui la salvaguardia dell’ambiente sia un diritto irrinunciabile”.