CGIL VENETO
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AUTONOMIA: SI SGOMBERI IL CAMPO DA STATUTI SPECIALI

Consulta del Veneto per l’Autonomia: “si esca dalla logica della propaganda e si entri in quella della responsabilità”. Lo dice Christian Ferrari, Segretario Generale Cgil del Veneto, all’uscita dall’incontro svoltosi in Regione nella mattinata del 3 novembre e convocato dal Presidente della Giunta Veneta, Luca Zaia, a seguito del referendum.
La Cgil, che presenterà le proprie proposte, chiede di sgomberare il campo da suggestioni di “statuti speciali” e ritiene impraticabile la richiesta del passaggio delle 23 materie e dei 9/10 del gettito fiscale. 

Questa la dichiarazione di Ferrari:
“La Cgil partecipa con spirito costruttivo alla Consulta del Veneto per l’Autonomia, senza però nascondere grandi perplessità verso un percorso che è iniziato nella maniera sbagliata. Perplessità confermate dalla prima seduta di oggi, caratterizzata più dalla dimensione della campagna elettorale che dall’apertura di un dialogo serio e costruttivo tra i diversi livelli istituzionali.
Nutriamo troppo rispetto per i cittadini del Veneto per sottovalutare il rischio che questo approccio tradisca le loro aspettative. Per evitarlo, va subito sgomberato il campo non solo dalla questione “Statuto speciale”, ma anche dal tentativo di ottenere surrettiziamente le condizioni di una “specialità de facto” bypassando le forche caudine della modifica costituzionale.
Sostenere la richiesta del passaggio di tutte le 23 materie al Veneto per mantenere sul territorio i 9/10 del gettito fiscale, non rappresenta solo una rivendicazione impraticabile, ma alimenta atteggiamenti di chiusura da parte degli interlocutori governativi e una sicura bocciatura da parte del Parlamento.

Nonostante sia difficile interloquire su un progetto di legge preconfezionato fin nei dettagli, nelle prossime sedute della Consulta illustreremo le materie che, a nostro avviso, meglio si prestano ad essere amministrate in via autonoma e i motivi che ci fanno escludere altre; ciò secondo la nostra idea di sistema istituzionale policentrico e decentrato che, in un quadro di principi inderogabili sul piano dei diritti civili, politici e sociali, valorizzi il ruolo delle Regioni e delle autonomie locali.
Da una prima analisi della proposta di legge approvata dalla Giunta regionale, non mancano i punti che riteniamo per nulla condivisibili.
Non ci convincono tutte quelle proposte che mettono a rischio la tenuta unitaria del Paese, che mettono in discussione i meccanismi perequativi a favore delle aree geografiche più deboli, che disarticolano competenze “indivisibili” sulla scuola e l’istruzione, sulle grandi infrastrutture, sulla regolazione legislativa e contrattuale del lavoro.
Servirebbe immaginare e praticare un’autonomia che sia leva di uno sviluppo innovativo, sostenibile, coeso e solidale, che delinei il futuro di un Veneto saldamente ancorato al Sistema Paese e con una visione e una proiezione europea.
Ma soprattutto serve uscire quanto prima dalla logica della propaganda politica ed entrare in quella della concretezza e della responsabilità nei confronti delle cittadine e dei cittadini veneti”.

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