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APERTURE NEGOZI: SI FACCIA UN ACCORDO REGIONALE

Dopo le dichiarazioni dell’Assessore regionale al Commercio, Marcato, i Segretari Generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil del Veneto, Cecilia de’ Pantz, Maurizia Rizzo e Luigino Boscaro, lanciano la proposta di un accordo quadro regionale cui si debbano attenere tutte le parti e che deve essere assunto dalle Province. “Sappiamo – dicono – di avere il sostegno di Confcommercio e Confesercenti” e chiedono a Federdistribuzione di aderire, tanto più che anche alcune grandi aziende hanno ripensamenti sulle aperture indiscriminate.

Questa la loro dichiarazione:
“Da anni Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil denunciano gli effetti negativi che le aperture domenicali hanno prodotto sul commercio, gli incassi non hanno sostenuto le aziende che sempre di più sono costrette a chiudere. Città svuotate, serrande abbassate, professionalità perse. Il commercio è oramai in una fase di declino ed ha bisogno del sostegno delle istituzioni, alla politica chiediamo di sostenere l’occupazione ed il giusto diritto al riposo con una regolamentazione che modifichi il decreto Monti per riportare a 20 le aperture domenicali annuali.
Alla Regione che con la Legge 30 nel 2011 aveva già trovato il giusto equilibrio chiediamo di sostenere con un Accordo Quadro Regionale le linee guida a cui si devono attenere tutte le Parti Sociali. L’accordo poi dovrebbe essere assunto da tutte le Province come Patto sociale da cui ripartire per promuovere la buona occupazione, un impegno sul consumo eccessivo del suolo ed un sostegno ai negozi di prossimità per rivitalizzare i centri storici.
Sappiamo di avere il sostegno ed un impegno comune con le Associazioni Confcommercio e Confesercenti e la contrattazione territoriale ci può portare a soluzioni positive. Ora è necessario che anche Federdistribuzione, che rappresenta le principali multinazionali e grandi gruppi presenti nel paese, eserciti il suo ruolo politico e decida di sostenere il commercio sostenendo la richiesta di limitazione delle aperture.
Oramai anche le multinazionali sono in difficoltà, i licenziamenti collettivi diventano una costante del nostro lavoro, questo modello non è più sostenibile. Sono le stesse aziende che chiedono che si riveda il decreto Monti per dare un futuro al commercio in Italia. Non ascoltare le proprie aziende e le necessità dei dipendenti pesa in modo negativo sul modello che Federdistribuzione ha in mente per il commercio nel nostro paese, le aperture indiscriminate come modello per distruggere le attività commerciali di vicinato alla lunga ha prodotto solo costi aggiuntivi per le stessi grandi gruppi.
Come Segretari Regionali assumiamo le richieste di tutti i territori per ripartire da un Patto Sociale per un Terziario Sostenibile per un’occupazione stabile ed un recupero dei centri storici”.

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