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APE AGEVOLATA PER GLI EDILI: DEVONO CAMBIARE I CRITERI

Per la gravosità del loro lavoro sono stati inseriti tra le categorie che hanno accesso all’Ape agevolata (che consente il pensionamento a 63 anni di età), ma i requisiti richiesti sono tali per cui difficilmente un lavoratore edile – la cui attività è spesso discontinua e per cui vi è un elevato ricorso ad ammortizzatori sociali – può accedere all’anticipo pensionistico.
Eppure si tratta di una categoria particolarmente esposta agli infortuni sul lavoro soprattutto nelle fasce d’età più elevate, a dimostrazione che il lavoro sulle impalcature non è propriamente adatto ad operai ultrasessantenni.

Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil chiedono dunque una correzione della norma che è contenuta nella Legge di Stabilità in discussione in Parlamento e che fissa in 36 anni di contributi, di cui gli ultimi 6 di lavoro continuativo, le condizioni per l’accesso all’Ape agevolata dei lavoratori edili.
A sostegno di questa istanza, i Segretari Generali di Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil del Veneto, Valerio Franceschini Francesco Orrù Leonardo Zucchini, hanno scritto una lettera ai parlamentari (deputati e senatori) eletti nel Veneto affinché sostengano la necessità di una revisione delle condizioni per usufruire dell’Ape agevolata, a partire dall’abbassamento degli anni di contribuzione previsti, dall’eliminazione del riferimento ai 6 anni continuativi e al computo dei periodi in cui si sono percepite forme di integrazione al reddito.

Questo il testo della lettera

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