Nel seminario organizzato da Cgil, Spi e Ires del Veneto sulla declinazione regionale del Pnrr è emersa con chiarezza la necessità del rafforzamento del sistema pubblico di tutela della salute e di protezione sociale.
Al nostro territorio sono già stati attribuiti 108 mln per i progetti di inclusione sociale, 583 mln per la tutela della salute, centinaia di milioni di euro per la rigenerazione urbana e per il rafforzamento dei servizi educativi, quasi 70 mln per la connettività di scuole e strutture sanitarie.
I tempi per la partecipazione ai bandi e agli avvisi nazionali sono estremamente stretti.
È importante la definizione del Piano predisposto dalla Regione per l’attuazione di una parte delle misure previste nella Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quella relativa alle Case e agli Ospedali di Comunità.
Altrettanto urgente programmare le parti mancanti e presentare entro il 31 marzo i progetti per l’inclusione sociale.
La programmazione e la realizzazione di questi interventi vanno collocate dentro un progetto più organico e strutturale di potenziamento e razionalizzazione della filiera territoriale dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.
Pensiamo che la programmazione regionale debba andare oltre la realizzazione degli interventi finanziati, dandosi come priorità l’obiettivo strategico di una presa in carico complessiva e multidisciplinare e di una risposta coordinata e continua ai bisogni crescenti di salute e di inclusione sociale, in particolare delle fasce più deboli e fragili della popolazione.
Per realizzare questo obiettivo occorre innanzitutto una Governance chiara ed efficiente del sistema pubblico.
Secondo il rapporto stabilito a livello nazionale (1 ogni 100.000 abitanti), va innanzitutto ridefinito il numero e l’ambito territoriale dei Distretti Socio-sanitari. Per il Veneto significherebbe passare dagli attuali 26 a circa 50.
E va definita una regolamentazione più chiara degli Ambiti Territoriali Sociali, individuando con precisione gli assetti organizzativi, le forme di coordinamento e il dimensionamento adeguati.
È necessario stabilire il quadro del dimensionamento, dell’articolazione, dell’intreccio e della distinzione di funzioni e attività tra le diverse strutture, i diversi servizi della rete di assistenza territoriale e le Aggregazioni funzionali dei Medici di medicina generale e di Pediatri di libera scelta.
Si richiede una definizione precisa della loro forma organizzativa con un ritorno progressivo a un rapporto di dipendenza diretta dalle ULSS.
Ci sono due esigenze indispensabili da soddisfare: la necessità di un rifinanziamento strutturale dei vari Fondi nazionali, a partire dal FSN, e un Piano straordinario di assunzioni nelle strutture pubbliche, per coprire le gravi carenze di organico che in questi anni si sono accumulate. Così come va riprogrammato il fabbisogno professionale e formativo.
Con meno di questo, le strutture e i servizi previsti dalle diverse misure del PNRR rischiano di rimanere contenitori vuoti e servizi insufficienti, con una conseguente e ulteriore spinta verso il processo di privatizzazione, che invece va contrastata.
È un processo che si è rivelato molto pericoloso per la qualità dei servizi e del lavoro e per l’incremento dei costi di compartecipazione alla spesa socio-sanitaria e pertanto vanno ridefiniti i requisiti e i vincoli per l’accreditamento delle strutture private.
Le risorse del PNRR sono tante, ma sono comunque limitate e transitorie nella durata e insufficienti a dare completa copertura dei costi complessivi.
Per questo è necessario programmare e dare una sostenibilità strutturale a questi interventi, garantendo continuità di finanziamento attraverso la programmazione di bilancio ordinaria e pluriennale, anche regionale.
Pensiamo che tutto ciò richieda un reale coinvolgimento di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche, professionali e sociali interessate.
Per questo riproponiamo alla Regione e all’Assessore Lanzarin l’attivazione tempestiva del confronto di merito che come Cgil-Cisl-Uil del Veneto abbiamo richiesto già da fine Novembre 2021.
Paolo Righetti, Segreteria Confederale Cgil Veneto