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MCS VUOLE ABBANDONARE VALDAGNO. 100 POSTI IN PERICOLO

MCS, storica azienda di Valdagno, patria dei Marzotto e del tessile vicentino, ha comunicato l’intenzione di chiudere il sito, dove operano 101 dipendenti, e trasferire la produzione a Mestre già dal primo di settembre.

Immediata la reazione delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, scesi in sciopero per 4 ore e riuniti in assemblea dopo l’incontro con l’azienda avvenuto in Confindustria il 15 giugno.

A conclusione dell’assemblea hanno “respinto la decisione del trasferimento a Mestre sulla base delle motivazioni e nei tempi dichiarati dalla direzione, richiamando l’azienda al rispetto dell’accordo 2013 e degli impegni in esso contenuti”.

Quello visto, infatti, è un copione non nuovo. Già nel 2013 l’azienda, di proprietà del fondo Emerisque Brands e nota con il marchio “Marlboro Sportswear”, aveva ventilato l’ abbandono dell’area vicentina con la conseguente perdita dei 100 posti di lavoro. Un lungo braccio di ferro con la proprietà, impegni delle istituzioni ed agevolazioni infrastrutturali per favorire la logistica avevano fatto rientrare quel proposito. Stupisce che ad appena due anni di distanza, nonostante i sacrifici dei lavoratori ed i lavori avviati sul piano infrastrutturale, MCS ritorni su quell’ idea.

“La decisione dell’azienda, se non fermata, creerà enormi disagi oltre che pesanti oneri ai dipendenti e alle loro famiglie”, dicono i lavoratori. “Vi è poi la forte convinzione – aggiungono – che una data così prossima come il 1° settembre avrà un tragico impatto sul business MCS, già duramente provato da quasi due mesi di stallo dovuti, in particolare, alle pesanti problematiche nel processo di cambio del sistema informatico.

Le motivazioni fornite dall’azienda sul trasferimento non sono né convincenti, né sostenibili.

I tempi proposti sono irrispettosi nei confronti dei lavoratori ed incoerenti con la volontà dichiarata da parte dell’azienda di giungere ad un accordo tra le parti.

Per questo i dipendenti “chiedono all’azienda di fornire un programma serio e dettagliato di costi e benefici che tenga conto degli aspetti diretti e indiretti che un tale spostamento porterebbe, comprese le eventuali ricadute negative, e un piano industriale a lungo termine per MCS che permetta di capire le intenzioni sul futuro del marchio, al momento davvero poco chiare”.

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