Sembrava un capitolo archiviato dopo che il governo Gentiloni aveva abrogato, con effetto dall’1 gennaio 2018, i vecchi voucher, quelli per la cui abolizione la Cgil aveva raccolto 1.000.000 firme.
Invece con il nuovo governo si fa sempre più largo l’ipotesi di allargare le maglie nell’uso dei buoni lavoro, riportandoli all’utilizzo a piene mani in agricoltura e nel turismo.
L’apertura a questa ipotesi da parte del ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, è stata esplicitata nell’audizione alle Commissioni Lavoro e Industria in Senato. Il suo collega all’Agricoltura Gian Marco Centinaio (Lega) è stato ancora più chiaro: “Il mio obiettivo è che i voucher in agricoltura vengano approvati il più velocemente possibile”, ha detto all’assemblea nazionale di Confagricoltura. “Sulla questione – ha precisato – all’interno del governo non c’è nessuna rottura. Il punto è che i voucher così com’erano non andavano bene. Una volta che ci siamo chiariti con Di Maio c’è stata una grande apertura sui voucher in agricoltura”.
Sembra dunque che la volontà leghista abbia prevalso.
Immediata la presa di posizione del mondo sindacale ed in particolare della Cgil, il cui Segretario Generale, Susanna Camusso, annuncia battaglia. In un’intervista al Manifesto, che chiede se la Cgil sia pronta a mobilitarsi di nuovo contro il ripristino dei voucher, risponde: “certo, se serve noi ricominciamo. Sarebbe un vero capovolgimento rispetto a quanto appena fatto sui contratti a termine, dove si è iniziato a porre limiti stringenti, anche se si poteva fare di più. C’è pressione da parte della Lega, delle imprese, soprattutto di quelle agricole che vorrebbero cambiare anche la legge sul caporalato, ma ricordo bene che quando presentammo a tutte le forze parlamentari i nostri referendum, i Cinquestelle ci dissero di essere d’accordo con noi. Il voucher è l’esatto contrario del lavoro garantito, perché prevede solo la paga, ma non tutte le altre tutele contrattuali. Il lavoro stagionale è già regolato in molti contratti, tra cui agricoltura e turismo: puoi fare contratti a termine di una giornata, ad esempio. Esiste il contratto a chiamata. Per la vendemmia puoi già assumere studenti, pensionati e disoccupati con i voucher, che hanno precisi limiti di applicazione”.
Camusso ricorda anche l’incontro con il gruppo parlamentare del M5S cui la Cgil presentò la Carta dei Diritti del Lavoro: “ci dissero che, essendo una proposta di legge di iniziativa popolare, per loro ha la precedenza. Bene, allora aspettiamo che venga discussa presto. Come ci aspettiamo il ripristino dell’articolo 18, che hanno promesso in campagna elettorale ma di cui non pare esserci più traccia. Bene gli indennizzi rafforzati, ma non si affronta il nodo del licenziamento illegittimo. Comunque andiamo avanti con i processi che abbiamo avviato, ci sono già alcune sentenze e con il ricorso alla Corte europea, che ha i suoi tempi”.
Sulla reintroduzione dei voucher in grande stile interviene anche la segretaria confederale Tania Scacchetti: “sarebbe – dice – una decisione vergognosa, profondamente in contraddizione con la volontà affermata in questi giorni dal governo di porre argini alla precarietà. L’unica necessità che s’intravede dietro tale decisione è quella di una riduzione dei costi per le imprese fatta sulla pelle dei lavoratori e sui loro diritti. Se invece l’obiettivo, come dichiarato, è quello di rilanciare l’economia e le nostre aree agricole e turistiche, allora l’unica strada possibile è partire dalla valorizzazione del lavoro, quello contrattualizzato che già oggi garantisce la flessibilità richiesta dalle imprese”.
“Dichiarazioni sconcertanti”, commenta il segretario nazionale della Filcams Cgil, Cristian Sesena. “Il ministro non sa o fa finta di non sapere che il massimo dell’abuso dei vecchi voucher si è registrato proprio nei nostri settori dove i buoni lavoro servivano per istituzionalizzare il lavoro nero o in alcuni casi per garantire le aperture notturne nelle grandi catene della distribuzione, creando veri e propri eserciti di sfruttati. Alcuni grandi operatori della ristorazione commerciale hanno preso lavoratori tutti a voucher quando si trattava di aprire nuovi punti di vendita. Bar e ristoranti li utilizzavano in sostituzione di contratti veri, solo per risparmiare. Il turismo è un settore che incide per il 12% sul Pil nazionale: meriterebbe ben altre attenzioni da parte del governo che invece risponde al grido di dolore delle associazioni di imprese che anche quest’estate stanno registrando incassi record”.
Al Ministro Centinaio risponde Ivana Galli, Segretaria generale della Flai Cgil. “In agricoltura – dice – i voucher già ci sono e si possono usare per studenti, pensionati e disoccupati. L’insistenza del Ministro, che vorrebbe far intendere che in agricoltura non ci sono i voucher, nasconde dell’altro: cioè si vuole destrutturare e deregolamentare il lavoro agricolo. Se stiamo alle dichiarazioni del Ministro, poiché con i voucher già oggi si possono pagare alcuni soggetti ben definiti, l’obiettivo è pagare tutto il lavoro stagionale con i voucher, una cosa assurda e vergognosa per un settore come quello agricolo in cui la stagionalità è strutturale e insita nel lavoro stesso delle campagne. In pratica il lavoro agricolo contrattualizzato e con diritti potrebbe scomparire, è una vergogna su cui non taceremo; in questo modo altro che contrastare il lavoro nero! si andrebbe ad una sua ufficializzazione, nascondendo dietro ai voucher un lavoro che non è affatto occasionale”.
Quanto alla Legge 199/2016 (contro il caporalato), prosegue Galli “il Ministro si attivi per intervenire sul collocamento; e quanto a perseguire chi commette reato, ricordiamo al Ministro che se c’è un caporale c’è anche un datore di lavoro che a questi si è rivolto per trovare braccia al più basso costo possibile, quindi bene che la legge intervenga sul caporale e su chi se ne serve: non cogliere questo collegamento ovvio e diretto tra caporale e impresa disonesta che ne fa uso significa non vedere la realtà o fare finta di non vedere”.