CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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TANTISSIMI I VENETI A ROMA. FERRARI: IL GOVERNO CI ASCOLTI

Così commenta Christian Ferrari, Segretario generale Cgil Veneto:

“La partecipazione alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil è andata oltre le più rosee aspettative. Anche grazie a una massiccia presenza di migliaia e migliaia di lavoratori veneti. Segnale inequivocabile della preoccupazione diffusa nei luoghi di lavoro e della volontà di incidere nelle scelte politiche ed economiche del Paese, prima che la situazione precipiti in una crisi senza uscita, con la conseguente applicazione delle solite ricette che aggravano la malattia anziché contribuire a curarla. Come abbiamo visto dal 2007 in avanti, questo sarebbe il peggiore degli scenari per i lavoratori, costretti a subire scelte sbagliate, senza avere la forza di reazione necessaria per scongiurarle. Nelle assemblee che abbiamo svolto nelle nostre aziende per discutere dell’iniziativa di oggi, abbiamo raccolto una grande preoccupazione per i dati economici e occupazionali che non sono affatto positivi neanche per il Veneto. È questa la ragione che ha spinto le lavoratrici e i lavoratori della nostra Regione ad esserci in Piazza San Giovanni, insieme alla volontà di dare forza ad una piattaforma sindacale che individua negli investimenti pubblici e privati e nel lavoro di qualità le chiavi per tornare a crescere e a redistribuire ricchezza. La piazza di oggi chiede di essere ascoltata dal Governo nazionale. I lavoratori veneti chiedono una svolta anche all’Istituzione regionale, che assiste inerte alle scelte dell’esecutivo, nonostante la consonanza politica, e non contribuisce in alcun modo, per quanto è nelle sue competenze, ad affrontare una situazione che sta precipitando. La recessione tecnica e il drammatico calo della produzione industriale a livello nazionale, la contrazione dell’export e il calo degli occupati a livello regionale non sono un accidente della storia, ma anche la conseguenza di decisioni sbagliate o di non decisioni. Se rimaniamo sull’ambito regionale, l’unico argomento di discussione è l’autonomia differenziata, che nel migliore dei casi sarà inutile dal punto di vista economico, nel peggiore rischia di creare ulteriori fratture nel Paese. I lavoratori attendono risposte. Se non arriveranno, la mobilitazione proseguirà”.

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