È stato siglato, alla presenza dei ministri Minniti, Pinotti, Orlando, Madia e dei Sottosegretari Baretta, Ferri e Rughetti, l’accordo per il rinnovo del contratto Sicurezza e Difesa per il triennio economico e normativo 2016/2018. “L’intesa – riferiscono in un comunicato congiunto Fp e Silp Cgil – è stata raggiunta al termine di una maratona notturna segnata delle rielaborazioni sulle ricadute economiche e dalla mancata apposizione della firma dei Cocer di Marina Militare e Aeronautica.
Le rielaborazioni – prosegue la nota – hanno determinato un incremento, anche se contenuto, del residuo, che potrà essere dirottato sul Fesi. Le tabelle hanno recepito la proposta di Fp Cgil e Silp Cgil con l’allocazione del 90% sul fisso al fine di recuperare le sofferenze prodotte dalla riduzione del potere d’acquisto, frutto del blocco contrattuale; compresa la mutata destinazione dei fondi della specificità che andranno ad alimentare il fondo destinato a incrementare le voci che compensano il disagio dei servizi h24 attraverso il Fesi.
Nel testo – spiegano i sindacati – vi sono anche talune modifiche da noi proposte che riguardano alcuni aspetti degli istituti normativi, come i permessi brevi, i congedi, il trattamento di missione, la tutela legale.
Abbiamo fatto apportare, nella notte, miglioramenti ai testi fornitici il giorno precedente con l’inserimento di alcuni degli istituti che avevamo richiesto – proseguono Fp e Silp – che mirano ad accrescere tutele e diritti delle donne e degli uomini in divisa.
Tra le novità introdotte, l’incremento dell’assegno di funzione per gli Assistenti Capo con 17 anni nel ruolo. Tra gli impegni assunti: il termine massimo del 31 dicembre 2018 per la definizione della coda contrattuale e per l’utilizzo delle risorse residue”.
Fp Cgil e Silp Cgil hanno dichiarato che “si tratta del primo rinnovo contrattuale della parte economica dal 2007 che, pur non compensando pienamente nove anni di blocco, suggella finalmente la ripresa della stagione contrattuale sbloccata con la sentenza della Corte Costituzionale e che mira a utilizzare al meglio le risorse disponibili – comunque esigue – e segna un percorso verso la discussione di nuovi diritti”.