CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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SCIOPERO DEI PORTI E PRESIDI A VENEZIA E CHIOGGIA

Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil hanno indetto per l’11 maggio una giornata di sciopero in tutti i porti d’Italia per contrastare la perdita di posti di lavoro tra i lavoratori portuali e garantire la sicurezza del lavoro nel rispetto delle mansioni, della formazione e della professionalità.
L’astensione dal lavoro, che durerà 24 ore, prevede presidi davanti agli ingressi negli scali di Venezia e Chioggia.

“Il 22 febbraio 2018 – sottolinea una nota delle segreterie Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil di Venezia – è stato raggiunto un accordo tra la Federazione Internazionale dei lavoratori di Trasporti (ITF) e il Joint Negotiating Group (JNG) che rappresenta i datori di lavoro marittimi e portuali internazionali.
L’accordo stabilisce che le operazioni portuali vanno effettuate dai lavoratori portuali e che il rizzaggio (affrancamento del carico di un’imbarcazione) è un operazione portuale!
Dunque l’autoproduzione, vale a dire l’operazione portuale effettuata in proprio dalla nave, può essere eccezionalmente autorizzata di volta in volta e solo per ogni singola toccata unicamente se non c’è alcuna organizzazione a terra incaricata di effettuare operazioni portuali e solo in presenza di navi dotate di mezzi adeguati alle operazioni da svolgere, con personale esclusivamente dedicato all’esercizio di tali operazioni, assunto con libretto di navigazione e aggiunto in sovrannumero rispetto al personale previsto in tabella d’armamento.
In ogni caso non senza l’accordo delle Organizzazioni che rappresentano i lavoratori portuali.
Nonostante questo accordo – proseguono Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil – si sono registrati in alcuni porti gravi violazioni di queste regole da parte di compagnie di navigazione che hanno anche annunciato il totale ricorso all’autoproduzione”.

È contro queste prassi scorrette che i lavoratori portuali scenderanno in sciopero, denunciando, come spiega una nota di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti nazionali, “lo svilimento del ruolo di regolazione delle Autorità di Sistema Portuale sul mercato del lavoro e delle imprese, oltre a un’interpretazione autoreferenziale del modello di rappresentanza sociale degli Organismi previsti dalla legge”. Inoltre il sindacato punta il dito contro “l’assenza pressoché totale in molti porti della vigilanza sulla sicurezza del lavoro, disapplicando anche previsioni contrattuali sui protocolli”.
La pratica dell’autoproduzione, spiegano le segreterie sindacali veneziane, provoca ricadute gravissime. Da un lato “riduce i posti di lavoro perché il personale della nave fa più mansioni anche riducendo i tempi di riposo e di manutenzione, il tutto a scapito dei lavoratori dei porti” e, dall’altro, “crea problemi di sicurezza perché il personale della nave non è formato per eseguire operazioni d’imbarco e sbarco e gli ultimi gravi incidenti sul lavoro, anche mortali, dimostrano quanto sia rischioso il mestiere del portuale”.
A fronte di queste pesanti ricadute sul lavoro, si produrrebbero “ulteriori vantaggi per le imprese che già beneficiano di ingenti risorse economiche ed infrastrutturali pubbliche”.

Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil invitano i lavoratori ad aderire in massa allo sciopero e contrastare “scenari che vanno nella direzione opposta allo sviluppo economico ed occupazionale dei porti e dello shipping nazionale ed a quanto contemplato dalla normativa vigente”.

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