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RISTORAZIONE OSPEDALIERA: PRESIDIO A PALAZZO BALBI IL 19 GIUGNO

È ormai imminente, con il subentro a fine mese di Serenissima Ristorazione in alcune grandi strutture ospedaliere (e, in fasi successive, nell’intera sanità veneta), la chiusura di tutte le mense operanti per gli ospedali, con il concentramento della preparazione dei pasti nel centro cottura di Boara Pisani e l’adozione del metodo cook and chill.

Le organizzazioni sindacali temono la perdita di centinaia di posti di lavoro nella regione, calcolando tagli che potrebbero arrivare in alcuni casi anche al 35-40% del personale.
Allarme e preoccupazione sono altissimi tra gli 850 lavoratori attualmente impiegati nel servizio e Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil hanno deciso di effettuare un presidio martedì 19 giugno (dalle ore 10,00 alle ore 12,00) davanti a palazzo Balbi, sede della Giunta regionale per un confronto che non arriva.
“La Regione Veneto – dicono – continua ad essere latitante. Non ci vede, non ci sente, non ci parla”.
Nel bando non vi è una clausola sociale vincolante circa la riassunzione di tutti i lavoratori nell’azienda subentrante e Filcams, Fisascat, Uiltucs chiedono garanzie, in primo luogo alla Regione, circa le tutele occupazionali e di reddito oltre che della qualità stessa del servizio.

Di seguito il comunicato dei segretari regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Margherita Grigolato, Maurizia Rizzo, Luigino Boscaro, che ricostruiscono la vicenda ed esprimono le proprie preoccupazioni.
“Il bando regionale per l’assegnazione dei servizi di ristorazione, della quasi totalità delle Strutture ospedaliere e presidi territoriali socio sanitari, si è concluso il 5 dicembre u.s. con tutti i 6 lotti vinti dalla Ditta Serenissima Ristorazione Spa di Vicenza ed avrà la durata di cinque anni più due rinnovabili.
Preoccupati, perché il bando, prevede la chiusura di tutte le cucine che attualmente operano all’ interno delle strutture ospedaliere, alcune di queste ristrutturate da poco con costi molto elevati pagati dalla collettività   (es. cucina dell’ ospedale di Vittorio Veneto), getta le condizioni per una significativa perdita di posti di lavoro degli addetti attualmente impegnati nelle cucine, in data 14/12/17 abbiamo chiesto un incontro agli Assessori della Sanità e del Lavoro, al Direttore dell’Area Sanità e sociale, e il 26/1/18 l’Azienda Zero nella persona del Commissario Dott. Costa Claudio ci comunica che la procedura di gara non è ancora stata aggiudicata essendo in corso di svolgimento la valutazione di congruità delle offerte.

Ci risultava invece che il 9 febbraio u.s. con uno specifico Decreto si affidavano i 6 lotti del suddetto servizio a Serenissima Ristorazione Spa e che vi erano in atto ricorsi da parte delle Ditte concorrenti. A fronte di ciò il 15/3/18 abbiamo richiesto un incontro alla Regione Veneto unitamente alla Ditta vincitrice dei 6 lotti. Nessuna risposta in merito alla nostra richiesta.
Preoccupati perché le scadenze procedurali oramai ravvicinate, con esperienze di affidamenti del servizio già iniziati qualche settimana fa che hanno prodotto significative problematiche come alcuni licenziamenti, abbiamo in data 31/5/18 sollecitato, insieme ai nostri confederali, l’ennesimo incontro per conoscere gli effetti sul piano organizzativo, occupazionale e sociale del progetto industriale dell’impresa aggiudicataria del servizio.

Ad oggi nessun riscontro da parte della Regione, che sembra proprio non volere vederci, non volere sentirci, né tantomeno parlarci.
Ricordiamo, che la produzione dei pasti per degenti e dipendenti ASL degli ospedali interessati verrà effettuata in un unico centro cottura di proprietà della azienda vincitrice la gara, con un progetto che dovrà prevedere una riorganizzazione del servizio con minor personale e conseguente esubero dello stesso.
Inoltre, la clausola sociale, cioè la norma contrattuale che in caso di cambio di appalto prevede il passaggio diretto di tutti gli 850 dipendenti da un’azienda ad un’altra, non prevede l’obbligo di riassunzione ma lo vincola al progetto presentato in gara.
Abbiamo in più occasioni espresso che a nostro avviso si calcola una riduzione dal 20% fino al 35/40 % della forza lavoro oggi impiegata rispetto a quella che sarà necessaria, e chi rimane ridurrà ore di lavoro e quindi retribuzione mensile.
Se il principio di risparmio che dovrebbe derivare da un unico bando di gara con 6 lotti, può essere considerato positivo, non comprendiamo perché il conto debbano pagarlo centinaia di lavoratrici e lavoratori del settore, che sono in gran parte donne, part time, a basso reddito, spesso con famiglie a carico.
Senza entrare nel merito dei vari pareri espressi sulla qualità di un servizio che potrebbe prevedere la preparazione delle derrate anche molti giorni prima (pasta, cibi alla griglia ecc.) ci limitiamo a segnalare che sicuramente, dato che sarà necessario il trasporto di circa 18.000 pasti al giorno più le colazioni, un numero imprecisato di camion e furgoni si riverserà nelle nostre strade. Con quale impatto non sappiamo, ma pensiamo non sia una valutazione trascurabile. Chi controlla, chi vigila, ricordiamo che anche questo è un servizio pubblico, per la parte più debole della collettività.

Chiediamo alla Regione e al Presidente Dott. Luca Zaia di dimostrarci il contrario, che questo progetto con un presunto risparmio non ha riflesso sul costo sociale, sull’occupazione, sul reddito delle persone, sulla qualità del servizio, sull’ambiente. Chiediamo alla Regione Veneto e ai suoi Dirigenti di convocarci e di confermare gli impegni presi di salvaguardia e di tutela per tutte/i gli 850 lavoratrici e lavoratori dell’appalto”.

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