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RIFORMA COSTIUZIONALE: GIUDIZIO CRITICO DELLA CGIL

Il Direttivo nazionale della Cgil esprime un giudizio critico sulla proposta di modifica costituzionale, sia per il metodo che nel merito.

Rispetto al metodo, la Cgil sottolinea in particolare una “discussione parlamentare a tratti compulsiva”, un “eccesso di condizionamento del Governo”, una “impropria polarizzazione del dibattito in aula, che ha raggiunto il suo apice con la dichiarata volontà di fare del referendum confermativo un banco di prova per l’operato complessivo del Governo”.
Il risultato è stata “l’assenza di un dibattito che affrontasse il merito delle proposte in discussione, oscurato da una sterile contrapposizione tra innovatori e conservatori, fiduciosi e disfattisti, che nulla ha a che vedere con l’intento di aggiornare l’architettura istituzionale della Repubblica”.

Per quanto riguarda invece il merito della proposta, la confederazione di Corso d’Italia evidenza come “l’apprezzabile e auspicabile” obiettivo di superare il bicameralismo perfetto “si è tradotto in un’eccessiva centralizzazione dei poteri allo Stato”. Per la Cgil, infatti, il nuovo Senato, per composizione e funzioni, “non potrà svolgere l’auspicato e necessario ruolo di luogo istituzionale di coordinamento fra Regioni e Stato, essenziale a conciliare le esigenze autonomistiche con quelle unitarie”.

Altra criticità riguarda “l’irragionevole moltiplicazione dei procedimenti legislativi del Parlamento”, con il Governo che si vede attribuita “la facoltà di dettare l’agenda parlamentare, potendo porre in votazione a data certa i provvedimenti ritenuti essenziali senza vincoli quantitativi né di oggettività”.

In conclusione, secondo la Cgil, l’esigenza di introdurre cambiamenti positivi volti a modernizzare l’assetto istituzionale “non viene soddisfatta dall’attuale ipotesi di modifica costituzionale” che “introduce nella nostra Carta norme incongrue ed inefficaci”.

Leggi il documento della CGIL sulla riforma costituzionale

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