Arriva l’accordo quadro tra governo e sindacati sui contratti del pubblico impiego. È “un primo importante risultato, che premia le mobilitazioni dei lavoratori” scrivono Cgil, Fp Cgil e Flc Cgil in un comunicato congiunto.
“Cgil, Cisl e Uil, con le rispettive categorie di settore, e il Governo – spiega la nota sindacale – hanno condiviso le linee guida che dovranno sovrintendere l’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni”.
Dopo sette anni di blocco della contrattazione, dunque, “si interviene correggendo le norme introdotte dalla legge Brunetta e dalla buona scuola che limitavano la contrattazione ridandole ruolo e titolarità. Si ripristina un sistema di relazioni sindacali in tutti i settori basato sulla partecipazione di lavoratori e sindacati all’organizzazione e alle condizioni di lavoro, alla valorizzazione professionale, che supera la pratica degli atti unilaterali”.
Inoltre, è “di particolare valore” la garanzia, assunta dal Governo, “di rinnovare i contratti dei lavoratori precari assunti dalle pubbliche amministrazioni in scadenza e l’impegno a superare con apposite norme il precariato all’interno della Legge quadro che dovrà essere prossimamente varata. Importante è anche l’introduzione nel settore pubblico di welfare contrattuale con misure che integrano le prestazioni pubbliche”.
Le soluzioni salariali indicate nelle linee guida fanno riferimento a un aumento contrattuale di 85 euro medie mensili per il triennio 2016-2018. “Si è, inoltre, convenuto di trovare una soluzione che tuteli le retribuzioni dei lavoratori garantendo che gli aumenti contrattuali abbiano efficacia per tutti senza che possano incidere sul bonus degli 80 euro”.
Il sindacato prosegue: “Dopo anni di blocco della contrattazione, di promesse mancate, di sacrifici dei lavoratori si intravvede una concreta possibilità di rinnovare i contratti. Ogni punto dell’intesa prevede uno strumento di attuazione degli impegni assunti: legge di bilancio, atto di indirizzo sulla contrattazione, riscrittura del testo unico che ci consentirà di verificare passo dopo passo se siamo sulla strade per un rinnovo positivo dei contratti”.
Il testo condiviso con il governo, conclude la nota di Cgil, Fp Cgil e Flc Cgil, “è un primo importante risultato, che premia le mobilitazioni dei lavoratori e, se concretizzato, lascia alle spalle una stagione di legislazione punitiva del lavoro pubblico aprendo la strada alla valorizzazione e contrattualizzazione dei dipendenti pubblici.”
“È stato fatto un buon lavoro” perché “si è costruito l’atto che permette di avviare la stagione contrattuale” commenta il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che mette in guardia dall’equivoco che con l’intesa i contratti siano già rinnovati.
“Abbiamo invertito con una lunga mobilitazione di tutti i lavoratori pubblici la tendenza a sottrarre alla contrattazione tante materie – continua Camusso – Il governo si è impegnato infatti, nel Testo Unico a cambiare quelle leggi, coma la Brunetta e la Buona Scuola che hanno, appunto, sottratto materia alla contrattazione”.
Da sottolineare anche l’impegno dell’esecutivo a “prorogare i contratti in scadenza nella pubblica amministrazione e a far sì che nel Testo Unico ci sia il superamento effettivo del precariato nella pubblica amministrazione”. Infine, il governo, sottolinea Camusso, si è reso disponibile “a confrontarsi con i sindacati prima di definire la stesura del Testo Unico con la modifica della Brunetta e della Buona Scuola”.
Ora la parola passa all’Aran, a cui il ministro Madia invierà l’atto di indirizzo. Saranno poi i singoli tavoli all’Aran a dettagliare le norme per ognuno dei 4 comparti interessati. Sulla parte normativa ci dovrà prima essere l’intesa con le Regioni.