Questa la denuncia della situazione da parte di Assunta Motta, Segretaria regionale Fp Cgil
Abbiamo segnalato agli gli organi competenti del Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo – Direzione Generale Organizzazione e Direzione Generale Musei – il grave stato di emergenza che colpisce i musei e gli uffici del Polo Museale del Veneto, mettendo in serio pericolo i diritti dei dipendenti e i servizi al pubblico.
Da tempo è partita la nostra denuncia per la carenza di personale – di varie qualifiche – ormai cronica che è intorno al 30%, aggravatasi nell’ultimo anno, sollecitando il dirigente del Polo Museale a segnalare incisivamente la grave difficoltà agli organi preposti, a presentare un progetto scientifico di riorganizzazione gestione delle risorse umane e programmazione delle attività nelle varie e numerose sedi museali del territorio: Museo Archeologico Nazionale di Venezia, Museo d’Arte Orientale, Galleria Franchetti alla Ca’ Oro, Museo di Palazzo Grimani, Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra e i musei archeologici di Este, Adria, Portogruaro, Altino e Fratta Polesine.
Nonostante le nostre richieste di incontro formale e la disponibilità a valutare le proposte dell’Amministrazione affinché fossero sanate le problematiche, partendo da una seria analisi dei dati esistenti e dal fattivo confronto con i direttori dei musei e i dipendenti, il dirigente non ha mai dato segnali positivi e risposte concrete, evitando di farsi carico della situazione e di assumersi la responsabilità che compete al suo ruolo.
Ciò ha comportato solo il crescente pesante disagio e stress a carico degli assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza, che pur avendo la stessa qualifica professionale subiscono una diversità di trattamento a seconda del museo in cui lavorano, e sono spostati sempre più spesso da una sede all’altra come pedine.
Tutto ciò si è verificato in palese contraddizione con le linee guida della riforma del ministro Franceschini, che ha dato vita ai Poli Museali regionali indicando che fossero gestiti in maniera coordinata, sia a livello organizzativo che nell’offerta culturale.
In questa situazione sono state disattese le norme contrattuali ed è completamente mancata la condivisione e la discussione dei temi e delle problematiche al tavolo di trattativa, affinché le decisioni fossero frutto di un confronto con le organizzazioni sindacali e la Rappresentanza sindacale unitaria, nel rispetto delle regole del pubblico impiego.
Il colpevole immobilismo dell’Amministrazione, che fino a ora ha agito in maniera unilaterale facendo ricorso solo allo strumento dell’interpello -tra l’altro parziale-, con modalità del tutto inefficaci, rischia acuire la già grave situazione, addirittura arrivando a compromettere la sopravvivenza stessa di una realtà museale del Polo: Museo di Palazzo Grimani a Venezia. Gli interventi fatti sono del tutto inadeguati sulla programmazione dei turni, sull’orario di apertura al pubblico, sul fabbisogno del personale e sui servizi di valorizzazione del museo.
Riteniamo necessario un intervento tempestivo di tutti gli organi competenti, al fine di dare risposte chiare e certe sul futuro dei musei veneti, rispettando sia i diritti dei dipendenti che la possibilità di continuare a garantire un servizio pubblico di qualità ai visitatori.