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POLIZIA POSTALE A RISCHIO CANCELLAZIONE IN 4 PROVINCE

“Lunedì 10 aprile in tutta Italia si festeggia una Festa della Polizia che per noi sarà caratterizzata dall’amarezza”; lo dice Fabio Malaspina, Segretario regionale del Silp Cgil che ricorda come l’anno trascorso sia stato “molto impegnativo ma carico di successi conseguiti tra innumerevoli difficoltà nell’interesse dei cittadini che ogni giorno, in mille modi differenti, ci testimoniano il loro apprezzamento e vicinanza in un momento certamente denso di nubi minacciose”. In questo ultimo anno, ricorda Malaspina, le donne e gli uomini della Polizia di Stato del Veneto hanno pagato un prezzo altissimo anche in termini di vite. “Solo nei primi mesi del 2017 sono ben sei i colleghi morti in ambito lavorativo, o in itinere o a causa di quel male oscuro che non risparmia nemmeno la nostra professione. E vi sarà ulteriore amarezza – aggiunge – per il fondato timore che questa possa essere l’ultima Festa della Polizia con la presenza in tutte le province italiane dei lavoratori della polizia Postale e delle Comunicazioni”.

In una recentissima riunione al Ministero, infatti, è stato presentato un progetto di riorganizzazione della Polizia Postale “che, riprendendo quello avanzato già nel 2016 e oggettivamente ancor peggiore dell’attuale, comunque prevede la chiusura del 70 % delle sezioni di Polizia Postale e il ricollocamento di oltre 300 investigatori nell’ambito di altri uffici di Polizia presenti nelle questure nei quali, siamo certi, non potranno essere garantite le stesse prerogative e esclusività d’impiego delle attuali. Secondo quanto indicato nel progetto – prosegue Malaspina – in Veneto si avviano alla chiusura ben quattro sezioni provinciali su sette: Treviso, Belluno, Vicenza e Rovigo sono destinate a perdere i rispettivi nuclei di professionisti nel contrasto ad ogni forma di crimine informatico, dalle truffe on line, alla pedopornografia, dal cyberbullismo al cyberterrorismo. Un’autentica smobilitazione in tempi in cui invece il web e i social procedono a tambur battente, acquistando ogni giorno più forza e importanza nei processi informativi, formativi, educativi ed economici. Incomprensibilmente e da oltre un anno, pur in presenza di un significativo cambio al vertice, la Polizia di Stato ha deciso di smobilitare, di ritirarsi.

Al di là di ogni possibile spiegazione che venga fornita, resta la cruda realtà dei fatti: con una Polizia sempre più anziana – prosegue il sindacalista – l’età media è ormai di 47 anni anche nel Veneto, con punte ancor maggiori nelle città più piccole, e con 18.000 poliziotti in meno in tutta Italia si rende necessaria una riduzione degli uffici e dei presidi di Polizia e, in tale contesto, la Polizia Postale e delle Comunicazioni assume un ruolo sacrificale di prima grandezza. Si tratta quindi di una precisa scelta politica, protratta negli anni e al di là delle maggioranze di governo, che vede in una riduzione del numero del personale e nella chiusura di interi uffici di Polizia uno dei modi per contenere la spesa pubblica. Una scelta di cui non comprendiamo le ragioni, del tutto assenti appena si approfondisca un poco l’argomento, che non condividiamo affatto, convinti come siamo che solo attraverso un serio investimento in ogni aspetto del delicato sistema della sicurezza sia possibile garantire le legittime richieste di sicurezza e di legalità che incessantemente provengono dai cittadini.

Per questo è importante che le istituzioni locali, i parlamentari espressi dai cittadini della regione, le associazioni, i sindacati, le scuole, la popolazione, facciano sentire la loro voce chiara a difesa di un servizio fondamentale per la qualità della vita, attuale a maggior ragione futura, di ciascuno”.

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