Firmato, dopo una lunga trattativa, il nuovo contratto nazionale per i 700.000 lavoratori della logistica con importanti novità sugli appalti, sulla normazione di alcune nuove figure, come il rider, oltre che sul salario che viene aumentato di 108 euro, oltre ad un’una tantum di 300 euro.
L’intesa, che interessa i comparti della logistica, del trasporto merci e spedizioni, è stata sottoscritta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti con la gran parte delle 25 associazioni datoriali (mancano i rappresentanti delle centrali cooperative).
Soddisfatto il segretario generale della Filt Cgil, Alessandro Rocchi, che lo definisce “un rinnovo molto importante in uno dei settori dei trasporti più strategici per l’economia del Paese, dove sono in atto trasformazioni e ci sono investimenti in innovazione. Con il contratto, in questo scenario – aggiunge – si assicura la certezza delle regole e della legalità sia per le imprese sia per i lavoratori”.
Rocchi rimarca anche le novità negli appalti: “il contratto e le misure trovate marciano parallele al lavoro in corso al Ministero dello Sviluppo Economico per contrastare le forme di caporalato nel settore e avviare controlli e ispezioni per il rispetto della legge e delle condizioni di lavoro, previste appunto dal nuovo contratto”.
Tra le tante novità, va segnalata la “nuova definizione della mansione del personale viaggiante dell’autotrasporto, valorizzandone la professionalità, con conseguente riconoscimento economico”.
Come spiega una nota della Filt, sono state inoltre “create le condizioni per favorire l’occupazione giovanile e contrastare il distacco e la somministrazione transnazionale” ed è stata introdotta la nuova figura professionale del “rider”, che verrà definita entro la stesura definitiva del testo, entro tre mesi. Prevederà la definizione dell’inquadramento professionale, dell’organizzazione del lavoro e degli orari e successivamente si ragionerà sul perimetro di applicazione. E’ un punto di partenza importante a fronte di una categoria, sempre più diffusa, con i fattorini della gig economy che in massima parte operano con ritenute d’acconto, partite Iva, co.co.co.
Novità si annunciano anche sul tema degli appalti. Da un lato è stata introdotta la “clausola sociale”, che va a garantire le tutele pre Jobs Act nel caso di cambi di appalto; dall’altro il nuovo contratto stabilisce “una più precisa selezione dei cambi di appalto, vietando i subappalti e prevedendo requisiti trasparenti per la scelta dei fornitori”.
Da evidenziare, infine, la previsione di “un moderno orario di lavoro, che tenga conto delle nuove esigenze di flessibilità dell’organizzazione del lavoro” e la volontà comune di “costituire enti bilaterali regionali, oltre a quello nazionale già esistente, quali strumenti regolatori delle problematiche territoriali del settore”. Nel rinnovo, infine, è stato anche recepito l’accordo confederale del 2016 contro le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro.
“Ora l’auspicio – aggiunge la segretaria nazionale della Filt Cgil Giulia Guida – è quello di recuperare nel contratto anche la realtà delle cooperative”.
La parola adesso passa ai lavoratori, che entro il 1 febbraio prossimo si esprimeranno nelle assemblee certificate.
A fronte della firma è stato revocato lo sciopero proclamato per l’11 e il 12 dicembre.