LETTERA APERTA AI CANDIDATI DI CHRISTIAN FERRARI

LETTERA APERTA AI CANDIDATI DI CHRISTIAN FERRARI

Pubblicato il 18 febbraio 2018 da TIMER magazine

Manca davvero una manciata di giorni all’appuntamento elettorale del 4 marzo e non è semplice riassumere in uno spazio ragionevole i temi che, secondo la Cgil, dovrebbero essere al centro della prossima legislatura e costituire il cuore dell’azione di governo.
Il tema che consideriamo decisivo è una politica economica e industriale che punti al rilancio della nostra struttura produttiva, coniugando innovazione, redistribuzione e qualità del lavoro. Può apparire una richiesta rituale da parte del sindacato, ma non è così perché, nella nostra visione, implica un deciso cambiamento. È infatti necessario superare definitivamente un modello di competizione sui costi che per troppo tempo ha puntato sulla svalutazione competitiva del lavoro e su una sorta di delega in bianco al sistema delle imprese, rinunciando ad un ruolo pubblico di indirizzo e di rilancio dello sviluppo industriale e produttivo. Con risultati a dir poco insufficienti, soprattutto in relazione a qualità e quantità degli investimenti pubblici e privati, caduti ad un livello del tutto inadeguato per il secondo Paese manifatturiero d’Europa.

Bisogna guardare in faccia la realtà, a partire dalla condizione delle nuove generazioni costrette anche in Veneto a vivere condizioni di precarietà che spingono sempre più ragazze e ragazzi a cercare un lavoro dignitoso fuori dai nostri confini. Nel resto del Paese le cose vanno perfino peggio. Due numeri su tutti, uno locale uno nazionale, misurano questa situazione: gli 80.000 giovani veneti che sono costretti ad un part time involontario con un reddito medio di 8.000 euro l’anno; i “fast job” (contratti di pochi giorni rinnovati all’infinito) che sono passati in Italia da 3 a 4 milioni, per un reddito medio di 3.000 euro l’anno. Sono cifre che non consentono di sopravvivere e che, soprattutto, umiliano le grandi potenzialità di ragazzi che dovrebbero invece rappresentare la risorsa più importante delle nostre comunità.

Le proposte sulla flat tax vanno nella direzione opposta rispetto a quella appena indicata perché aumenterebbero in maniera ancora più rilevante, rispetto alla situazione attuale, le diseguaglianze e perché metterebbero in discussione un sistema di welfare già fortemente indebolito negli anni della crisi e oggi non più in grado di rispondere alle esigenze di larghissime fasce della popolazione che, anche nella nostra Regione, rinunciano perfino a curarsi.
È invece necessario un fisco progressivo che alleggerisca il carico su lavoro e investimenti produttivi e lo sposti decisamente su rendite patrimoniali e finanziarie. Accanto a ciò va condotta una lotta senza quartiere all’insostenibile evasione fiscale e contributiva che, oltretutto, alimenta un’economia sommersa sempre più terreno fertile per fenomeni di infiltrazione criminale che stanno crescendo e inquinando anche il tessuto produttivo veneto.
Per avviare una nuova fase gli ambiti su cui puntare sono noti: ricerca e sviluppo, filiera sociosanitaria, messa in sicurezza e rigenerazione urbana e territoriale, economia circolare, rilancio industriale a partire dalle aree di crisi complessa, come quella di Porto Marghera.
C’è una grande occasione per ripensare e ridefinire la nostra politica economica, ed è rappresentata dalla straordinaria accelerazione dell’innovazione tecnologica che sta investendo il nostro tempo. Definire questo fenomeno “Industria 4.0” è riduttivo perché coinvolge tutti i settori della nostra economia e della nostra vita sociale. Non si tratta di un processo neutro, ineluttabile, senza alternative. Anzi, è aperto a due possibili esiti: la riduzione del lavoro e l’aumento delle diseguaglianze, oppure la creazione di nuova occupazione qualificata, la liberazione del lavoro dalla fatica, una società più equa e sostenibile.

Per scongiurare il primo scenario e mettere la tecnologia al servizio delle persone, migliorando la vita di tutti, è fondamentale un governo politico e contrattuale delle innovazioni tecnologiche.
Per questo occorre, tra le altre cose, valorizzare ruolo e autonomia delle parti sociali, ponendo fine all’illusione della disintermediazione sociale o a quella di un interventismo legislativo che non può risolvere ogni problema.
Sotto questo aspetto diventa ancora più necessario dare attuazione all’art. 39 della Costituzione per rafforzare la contrattazione collettiva, misurando e certificando rappresentatività delle parti (sia sindacale che datoriale) come presupposto per riaffermare l’efficacia obbligatoria e generale dei contratti collettivi e contrastare il fenomeno di frammentazione e dumping contrattuale cresciuto in maniera rilevante in questi ultimi anni.

Infine, ma non in ordine di importanza, dobbiamo mettere in campo un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile, a cominciare dallo sblocco delle assunzioni nelle Pubbliche amministrazioni a tutti i livelli: bisogna svecchiare l’apparato pubblico e far entrare giovani a sostegno di un processo di investimento e di vera modernizzazione dei servizi pubblici.
Anche la partita previdenziale dovrà necessariamente essere riaperta: l’attuale sistema è oggettivamente iniquo e insostenibile e lo è – anche in questo caso – in primo luogo per le giovani generazioni e per le donne. Ricostruire una prospettiva previdenziale innanzitutto per loro e creare lavoro libero, dignitoso e di qualità rappresentano le due grandi priorità per lasciarci definitivamente alle spalle una delle peggiori crisi della nostra storia e tornare a guardare con fiducia e speranza a un futuro di sviluppo e di giustizia sociale.

Christian Ferrari, Segretario generale Cgil Veneto

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