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Le mascherine made in Veneto non vanno bene nei luoghi di lavoro

Le mascherine made in Veneto non possono in alcun modo sostituire i dispositivi di protezione (dpi) omologati e le aziende devono mettere questi ultimi a disposizione dei lavoratori.
In caso contrario sospendano l’attività!

Lo dice il Segretario Generale della Cgil del Veneto, Christian Ferrari, che chiede inoltre un tavolo urgentissimo con la regione per affrontare la criticità delle case di riposo e la sicurezza dei lavoratori che vi operano oltre a quelli sanitari.

Questa la dichiarazione:

Stiamo ricevendo dai luoghi di lavoro numerose richieste sulla possibilità di utilizzare le cosiddette “mascherine made in Veneto”, presentate ieri in conferenza stampa dal Presidente Luca Zaia.
È necessario precisare che in nessun caso possono essere considerate “Dispositivi di protezione individuale”, come del resto è scritto nero su bianco su quegli stessi prodotti. Sono dunque inservibili per proteggere i lavoratori mentre svolgono le loro mansioni.

Approfittiamo dell’occasione per ribadire che nelle aziende la cui attività non è stata vietata dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, vanno rispettate nella maniera più rigorosa le prescrizioni previste dalle autorità sanitarie, a partire dalle dotazioni di Dpi a norma. E che laddove ciò non sia possibile, l’attività va sospesa attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali come previsto dal Protocollo sulla sicurezza firmato tra Governo, sindacati e parti datoriali, e ribadito anche dall’Accordo sottoscritto a livello regionale.

Infine, abbiamo inviato – come CGIL, CISL e UIL Veneto – una richiesta urgente d’incontro alla Regione per affrontare la gravissima situazione che gli operatori stanno vivendo non solo nelle strutture sanitarie, ma anche nelle case di riposo, nelle quali sono spesso costretti a lavorare a contatto con i pazienti senza le necessarie protezioni. Sono luoghi ad altissimo rischio, che senza utilizzare le precauzioni necessarie mettono a repentaglio entrambi. È necessario intervenire per modificare questa situazione pericolosissima nei tempi più rapidi. Ci auguriamo che le istituzioni regionali rispondano prontamente alla nostra richiesta”.

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