La propaganda dei “governatori” leghisti contro il reddito di cittadinanza, l’allergia alle misure contro la povertà

La propaganda dei “governatori” leghisti contro il reddito di cittadinanza, l’allergia alle misure contro la povertà

Dichiarazione di Christian Ferrari, segretario generale Cgil Veneto

Bastano poche cifre per smontare la propaganda dei presidenti di Regione della Lega contro il reddito di cittadinanza.

Sui bonus edilizi sono state già individuate truffe per oltre 800 milioni di euro, su 19,5 miliardi totali: nessuno ne chiede l’abolizione.

Fino ad agosto quasi un terzo delle ore di Cassa Covid utilizzate dalle imprese non corrispondeva a un calo di fatturato. Parliamo di 2,7 miliardi di risorse pubbliche: nessuno ne chiede conto agli imprenditori.

Il 12% dei lavoratori italiani sono a rischio povertà. Si tratta di milioni di persone, soprattutto donne e giovani: in pochissimi chiedono la cancellazione delle norme che consentono una precarizzazione dilagante dei rapporti di lavoro e una legge sulla rappresentanza che impedisca i contratti pirata che prevedono paghe orarie irrisorie.

Sfiora i 10 miliardi l’evasione fiscale in Veneto, a livello nazionale si superano ampiamente i 100 miliardi all’anno: in quanti pretendono misure per contrastarla? E i governatori leghisti quali provvedimenti hanno messo in campo per garantire un minimo di giustizia fiscale?

Sono tutti concentrati sul reddito di cittadinanza, uno strumento che durante la pandemia ha consentito a milioni di italiane e di italiani di avere un minimo sostegno per sopravvivere, evitando che finissero alla fame.

Chi ne abusa va ovviamente perseguito, innanzitutto perché sottrae risorse a chi ne ha davvero bisogno.

Ma da qui a sostenere che un assegno medio mensile di circa 500 euro al mese disincentivi al lavoro vuol costringere i cittadini ad accettare un’occupazione con salari sotto la soglia di povertà, cosa che purtroppo già accade in troppi casi.

La propaganda contro il reddito di cittadinanza nasconde, evidentemente, l’allergia alle misure contro l’indigenza, mentre bisognerebbe – usando le parole del Presidente Mattarella – combattere la precarietà, le diseguaglianze e l’allargamento della platea dei poveri da lavoro con salari bassi, lavori intermittenti, part – time involontari. 

In definitiva: la lotta andrebbe fatto contro la povertà, non contro i poveri”.

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