La Filt Cgil del Veneto interviene dopo l’incidente mortale avvenuto sulla Valdastico di cui è rimasto vittima Daniele Albertinelli, dipendente di una ditta di appalto, travolto da un mezzo pesante mentre stava disponendo i cartelli segnaletici nella corsia di emergenza.
“Ancora una volta un infortunio mortale sul lavoro, ancora una volta dobbiamo aggiornare il triste primato di questa regione – scrive in una nota la Filt regionale. E ancora una volta un lavoratore morto sulla strada, per la strada. È un bollettino di guerra che con spaventosa cadenza macchia di sangue il nostro territorio, e pesa sulle nostre coscienze.
Nell’anno trascorso – aggiunge la Filt – i dati relativi agli infortuni lavorativi tratteggiano un quadro estremamente drammatico. Nel Veneto gli infortuni mortali sono cresciuti del 30% rispetto al 2018, il segmento industria-servizi vede una crescita del 33% delle morti sul lavoro ed i moniti delle istituzioni europee, oltre che delle più alte cariche dello Stato, non riescono ad arginare il dilagare incontrollato di queste tragedie. Inoltre, nello specifico lascia ancora più sgomenti e delusi che già dal 2013 il legislatore aveva costruito una normativa estremamente dettagliata e tutelante per le lavorazioni che si svolgono in presenza di traffico veicolare.
Anche nel caso di Daniele Albertinelli, travolto sulla Valdastico, sarà la magistratura ad accertare le cause, la precisa dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità penali.
A noi oggi invece – osserva la Filt – spetta denunciare, ancora una volta, come le condizioni di lavoro non consentano ai lavoratori di svolgere la propria attività quotidiana in sicurezza, come la corsa alla riduzione dei costi dell’appalto si giochi esclusivamente attraverso la riduzione del numero di lavoratori impiegati nel servizio.
A noi spetta dire basta! E pretendere da subito la piena realizzazione del “Piano strategico per il consolidamento ed il miglioramento delle attività a tutela della Salute e della Sicurezza dei Lavoratori” (Regione Veneto, 17 luglio 2018). A noi spetta rivendicare l’impegno quotidiano di tutti gli attori coinvolti nel processo, cominciando dal ruolo della prevenzione.
A noi – conclude la Filt – spetta denunciare, ancora una volta, che sul lavoro non si può e non si deve più morire.
Ci stringiamo alla famiglia di Albertinelli e a tutti i lavoratori del settore; ci impegniamo a capire le dinamiche di quanto accaduto e a denunciare, in tutte le sedi, che quanto accaduto non deve più accadere”.